Tra fiaba carceraria surreale e
coming of age, già in concorso al Torino Film Festival, arriva
ora in sala dal 24 agosto con Tucker Film La lunga corsa di
Andrea Magnani, coproduzione Italia -Ucraina.
Questa la storia in odor di fiaba del film.
Cosa accade, come è capitato a Giacinto (Adriano Tardiolo), a
chi nasce in carcere? Sarà inevitabilmente diverso da tutti gli
altri bambini come appunto è lui che ha visto la luce in
prigione da genitori entrambi detenuti.
Ora per Giacinto fino ai tre anni, finché ha vissuto con la
madre Lucia (Aylin Prandi), il carcere è stato casa, focolare,
la sua vita però cambia quando viene affidato a dei genitori
adottivi in un mondo che ovviamente percepisce come estraneo,
incomprensibile.
Il ragazzo infatti non ha nulla in comune con gli altri e, alla
morte della mamma e poi del padre, si ritrova davvero solo.
Decide così di tornare nell'unico luogo dove non si sente
estraneo: il carcere. E ci torna come agente di polizia
penitenziaria anche perché lì ha trovato una sorta di padre
putativo: la guardia carceraria Jack (Giovanni Calcagno).
Piano piano, la sua visione del carcere però cambia. Si fa
strada in lui una dolorosa consapevolezza: lì dentro nessuno è
davvero libero, nemmeno gli agenti. Allora Giacinto fa l'unica
cosa che sa fare davvero bene: correre. La lunga corsa del
titolo è appunto la corsa di Giacinto verso la libertà.
"L'ispirazione per la storia di Giacinto mi è venuta pensando
alla mia infanzia e al luogo in cui sono cresciuto, una città
che sentivo molto piccola e sempre immobile'', dice Andrea
Magnani del film.
Nel cast troviamo anche: Barbora Bobulova (la direttrice Malin e
l'attrice ucraina Nina Naboka (Rocky).
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