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Luca Marinelli, ascoltare i figli fa un buon padre

Luca Marinelli, ascoltare i figli fa un buon padre

Attore in Paternal Leave, prima regia della moglie Alissa Yung

ROMA, 06 maggio 2025, 14:33

Redazione ANSA

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"Siamo fortemente vittime di questo sistema patriarcale che alla fine non ha fatto bene a nessuno, ma questo vale anche per le madri. Insomma credo sia l'ascolto dei figli che fa un buon padre e una buona madre".
    Così Luca Marinelli parla, non a caso, di genitorialità nel presentare Paternal Leave, opera prima della moglie Alissa Jung passata già nella sezione Generation della Berlinale 2025, in sala il 15 maggio con Vision Distribution e in anteprima al Bellaria Film Festival.
    Girato nella riviera Romagnola, racconta la storia di Leo (Juli Grabenhenrich) un'ostinata e arrabbiata ragazza tedesca che decide di intraprendere un viaggio nella riviera romagnola per incontrare il padre biologico (Marinelli) che non ha mai conosciuto, perché è fuggito non appena saputo della sua esistenza.
    Già dal primo incontro tra la ragazzina e il padre Paolo, che vive in un camper e gestisce un bar sulla spiaggia, è un continuo scontro tra due persone che non si conoscono e cercano di difendere le loro rispettive posizioni. Lei è piena di domande e lui ha meno risposte.
    "Il fatto che si incontrino due persone che, per motivi diversi, sono nello stesso momento critico della vita - dice Marinelli del suo personaggio di Paolo - è una vera fortuna per lui perché con l'arrivo di Leo è costretto a mettersi per la prima volta allo specchio e finalmente si vede".
    E ancora l'attore romano quarantenne: "Grazie al femminismo stiamo tentando oggi di rovesciare un patriarcato che è sempre stato, per uomini e per donne, un problema gravissimo. Vivendo nella nostra famiglia, con Alissa che ha due figli dal suo primo matrimonio, ho imparato che la cosa più importante che i genitori possono fare è appunto ascoltare i propri figli e soprattutto imparare da loro. I figli, rispetto a noi - aggiunge Marinelli -, sono molto più collegati al presente. Insomma se noi abbiamo più esperienza, loro vivono più consapevolmente".
   
   

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