MARCO BALZANO, 'LA STORIA DELLE
STORIE - LE AVVENTURE DELLA PAROLA' (FELTRINELLI AUDIOPODCAST IN
ESCLUSIVA PER AUDIBLE)
Le parole alate, copiate, bruciate, ribelli, popolari. Lo
scrittore Marco Balzano, Premio Campiello 2015, compie un
viaggio nella storia delle parole, dalla pietra allo smarthpone,
nel podcast 'La storia delle storie - Le avventure della parola'
prodotto da Feltrinelli Audiopodcast in esclusiva per Audible,
in cui oltre a scoprire da dove vengano e come siano arrivate a
noi le parole, capiamo quanto influiscano sulla nostra vita e
come ci plasmino.
E qual è la parola che dovremmo valorizzare oggi, nella
pandemia? "Forse è 'cura', perché rischiamo di ridurla
solamente al suo significato medico-patologico, mentre è una
parola straordinariamente metaforica che etimologicamente ha la
stessa radice del verbo osservare. Dunque se voglio prendermi
cura di te devo prima osservarti e ascoltare la tua storia. Solo
dopo posso essere in grado di perseguire il tuo bene. Nella
rivalutazione di questa parola dobbiamo puntare dunque ad avere
cura di noi stessi, ma anche degli altri, mentre rischiamo di
interpretarla solo in modo individualistico, egoistico. Ci
sarebbe da prendersi più cura della cura" dice all'ANSA Balzano
che ha presentato il suo podcast all'edizione appena conclusa
della fiera della piccola e media editoria 'Più libri più
liberi'.
Nei 10 episodi da 30 minuti ciascuno del podcast Balzano ci
racconta gli infiniti mondi che nascondono le parole con due
ospiti in ogni puntata. Lo accompagnano filosofi, intellettuali,
giornalisti, da Valerio Magrelli a Carlo Sini, da Alessandro
Bergonzoni a Pierluigi Battista, ad Andrea Kerbaker. "Audible e
Feltrinelli mi hanno lasciato lavorare con massima libertà. Ho
cercato questi ospiti da una parte per specificità, competenze,
ma stando attento che non fossero troppo tecnici, accademici
perché questa è una storia che vuole arrivare veramente a tutti.
Non mi importa l'aspetto erudito della questione, ma diventare
consapevoli di che cos'è la parola per essere più liberi e non
schiacciati", sottolinea. "E' un viaggio articolato e
sorprendente. Ci sono comunicati politici della seconda guerra
mondiale e poesie. Testi letterari e letture di Federica
Fracassi. E' una sorta di materiale eterogeneo che rende molto
godibile e più potente il messaggio. Questo fa del mio cammino
un percorso da cantastorie, ma per niente isolato. E' un'opera
corale" dice l'autore.
Il criterio usato da Balzano è stato "trattare la parola come
un essere umano". C'è un elemento costante in questo percorso?
"Ci sono delle caratteristiche umane che nonostante tutti i
mutamenti sociali, tecnologici ed economici non cambiano. L'uomo
è continuamente attraversato dal bisogno di raccontare e di
sentirsi raccontare delle storie. Questa è la prova del bisogno
di uscire dalle strettoie della propria vita e della propria
esperienza. Solo con le storie si possono incontrare Don
Chisciotte, andare in altre parti del mondo e incontrare
situazioni diverse".
Quali sono le scoperte che ha fatto in questo viaggio? "Non
esiste forma di ribellione nella storia umana che non passi
dalla parola. Tutte le rivoluzioni possono essere solo in parte
ribellioni fisiche. Hanno bisogno di parole, di progettualità,
di pensieri nuovi se non vogliono essere solo un estemporaneo
moto di violenza. La rivoluzione francese è ancor più che la
presa della Bastiglia, 'Liberté, Égalité, Fraternité'. Quelle
tre parole cambiano la nostra percezione della società. Nel
podcast abbiamo ripercorso anche il Novecento come secolo in cui
finalmente la donna viene riconosciuta nel sistema editoriale,
narrativo, togliendosi da una posizione più secondaria che ha
ricoperto nei secoli passati per una sorta di maschilismo
implicito, anche nella letteratura. L'elemento è sempre la
parola: come e quanto tardi si arriva a far sì che la parola
possa essere pronunciata, detta e scritta dalle donne".
Che ne pensa del ritorno, in nuove forme, dell'oralità? "Le
storie si raccontavano prima che ci fosse l'alfabeto. La
letteratura e poi il libro hanno aperto la prospettiva di un
incontro individuale tra te e la storia, togliendola alla
ritualità collettiva. Ma oralità e scrittura che vivano insieme
è naturale, sono molto circolari. Tutti noi nasciamo come
fruitori dell'oralità. Da bambini le storie si raccontano, poi
impariamo a leggerle. Ripercorriamo come vite singole la storia
del mondo. Siamo in un'epoca in cui l'oralità trova nuove forme
e questo in sé non mi preoccupa, mi desta più perplessità se
l'oralità di oggi implica la sciatteria e la frenesia della
comunicazione" afferma.
In questo viaggio viene anche sottolineato come spesso
"parole, antiche, ampie, vengano ridotte dalla politica,
pubblicità e media a parole di consumo". E' il caso di
'felicità' che ha "una etimologia femminile, materna, perché
deriva dal verbo allattare, accudire qualcuno. Se stai ad
ascoltare le pubblicità la legano alle possibilità di acquisto.
Riappropriarsi del senso della parola è anche riappropriarsi
della sua origine" sottolinea Balzano che sta lavorando alla
sceneggiatura del film dal suo ultimo romanzo, 'Quando tornerò'
(Einaudi) e ha in mente un nuovo libro.
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