Una casa editrice olandese si e' scusata per aver pubblicato un saggio in cui il delatore che porto' la polizia ad arrestare Anna Frank e la sua famiglia viene identificato in un ricco notaio ebreo di Amsterdam.
Ambo Anthos ha detto che non stampera' piu' copie del volume, firmato da Margaret Sullivan e intitolato "Il tradimento di Anna Frank" fino a quando gli autori non offriranno prove piu' concrete di quelle finora pubblicate.
"Avremmo dovuto avere un
approccio piu' critico", ha detto la casa editrice. Negli Usa il
libro e' stampato da HarperCollins che non ha fatto ancora
commenti. Dopo la pubblicazione del volume, storici olandesi
avevano gettato dubbi sulle conclusioni dell'inchiesta
coordinata dall'ex agente dell'FBI Vincent Pankoke che aveva
puntato i riflettori sul notaio Arnold van den Bergh. "Offrono
informazioni che meritano approfondimento, ma nessuna base per
l'accusa centrale", aveva detto Ronald Leopold, il direttore
della casa-museo di Anna Frank che ha deciso di presentare le
scoperte del gruppo di Pankoke come "una delle tante teorie"
considerate nel corso degli anni. Molti avevano poi
contestato il peso dato dall'inchiesta al Jewish Council di
Amsterdam, un comitato di collaborazionisti di cui van den Bergh
era stato tra i fondatori e che, secondo gli investigatori,
avrebbe tenuto liste dei nascondigli degli ebrei come quello
dove si erano chiusi i Frank. "Accusano senza dare vere prove",
aveva detto Laurien Vastenhout, una ricercatrice del NIOD
Institute for War, Holocaust and Genocide Studies: "Ancora una
volta abbiamo una narrativa in cui sono gli ebrei ad essere i
colpevoli".
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