"Se avessi dovuto scegliere tra la
letteratura e la pittura, avrei optato per quest'ultima", dice
Alberto Moravia in una lunga intervista con Alain Elkann. Non è
l'unica occasione in cui lo scrittore sostiene di preferire la
pittura, anche se non ha mai dipinto. Il filtro dell'arte è alla
base della mostra che la Gam di Torino dedica ad Alberto
Moravia, a cura di Luca Beatrice ed Elena Loewenthal.
E' un'iniziativa nell'ambito del progetto "Nato per narrare.
Riscoprire Alberto Moravia" che la Fondazione Circolo dei
lettori ha ideato e realizzato con la Gam e il Museo Nazionale
del Cinema in collaborazione con l'Associazione Fondo Alberto
Moravia, Bompiani editore e le Gallerie d'Italia.
La mostra, allestita nello spazio Wunderkammer, si propone
come un'ideale collezione degli artisti che lo scrittore stimava
e ai quali ha dedicato la propria penna e presenta circa 30
opere provenienti dalla Casa Museo Alberto Moravia di Roma oltre
che da raccolte private e da un cospicuo nucleo di dipinti e
disegni conservati alla Gam. Il doppio ritratto di Mario
Schifano del 1983 apre il percorso in cui si incontrano anche i
ritratti di Moravia fatti da Carlo Levi, Gisberto Ceracchini e
Antonio Recalcati. Tra le opere esposte Candela e pacchetto di
tre stelle di Renato Guttuso, Ballerina di Giuseppe Capogrossi,
Bocca di magra della sorella dello scrittore Adriana Pincherle,
Sul far della luna di Piero Guccione. Nel 2017 la casa editrice
Bompiani ha raccolto, in un prezioso volume, gran parte degli
scritti sull'arte di Alberto Moravia, in cui la pittura la fa da
protagonista.
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