(di Micol Graziano)
Simone Weil, intellettuale,
scrittrice, filosofa. Rivoluzionaria, anarchica e mistica. Nasce
a Parigi nel 1909 e muore a soli 34 anni, il 24 agosto 1943; la
cagionevole salute compromessa dal duro lavoro in fabbrica, e
dalle privazioni che si imponeva. Fece anche la contadina, abitò
in campagna in alloggi umilissimi, dormiva per terra e mangiava
quel che riusciva a raccogliere, legumi e poco altro; giornate
all'insegna dell'ora et labora, in particolare dalla recita del
Padre Nostro.
Si racconta che tra lei e Simone de Beauvoir non corresse
proprio buon sangue, pare si siano parlate solo una volta e
Weil, dopo uno scambio di vedute, tagliò corto: "Si vede bene
che Lei non ha mai avuto fame", disse.
Per Weil il lavoro era tutto. "Solo il lavoro è
pacificatore", affermava. Era convinta che attraverso il lavoro
si può costruire una comunità umana ricca di fratellanza e
amicizia. Weil considerava il lavoro sacro perché attraverso di
esso credeva si imitasse la creazione divina.
Fin da bambina, si interessò alla politica, difendendo gli
ultimi. Vicina al sindacalismo rivoluzionario, lasciò
l'insegnamento e preferì il lavoro manuale, impiegata come
fresatrice a Billancourt nelle officine Renault. Nel 1936 allo
scoppio della guerra civile spagnola, si schierò al fianco del
governo repubblicano del Fronte popolare, eletto
democraticamente, contro le forze dei generali spagnoli
capeggiati da Francisco Franco.
Sono trascorsi 80 anni dalla sua morte, e oggi il mondo
culturale e accademico la omaggia con una serie di
pubblicazioni. A settembre esce con Laterza il volume di Tommaso
Greco dal titolo Curare il mondo con Simone Weil (pp.142, Euro
16,00), il volume ripercorre l'idea di giustizia di Weil.
"Essere giusti vuol dire spogliarsi di ogni potere, rinunciare
alla possibilità di esercitare la forza che possediamo.
Soprattutto chi si trova nella sventura possa ricevere
quell'attenzione che gli conferisce dignità ed esistenza: questa
era la ricetta di Simone Weil per curare il mondo, ed è una
lezione da cui, a ottant'anni dalla sua morte, abbiamo ancora
tanto da imparare", scrive Greco, ricordando la filosofa.
Per i tipi di Marietti1820 esce Oppressa da una dura
necessità di Ginevra Scarcia (pp. 208, Euro 18). L'autrice
rilegge le pagine della grande pensatrice francese alla luce del
concetto di lavoro che "emerge come unico rimedio possibile alla
malattia della modernità cui Weil dà il nome di sradicamento:
malattia inestirpabile che tormenta, oggi come allora, il nostro
Occidente", commenta Scarcia. Un lavoro, auspicava Weil, slegato
dalle "logiche del potere, nelle sue varie forme" e inteso come
"possibilità di espressione del proprio futuro e di quello del
mondo". Nel 2024 Adelphi, che ha in catalogo le opere di Weil,
pubblicherà una nuova edizione dei Quaderni.
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