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Ecco Interno giorno, l'autore fotografia Nannuzzi si racconta

Ecco Interno giorno, l'autore fotografia Nannuzzi si racconta

Figlio d'arte si è formato con Bolognini, Fellini e Visconti

ROMA, 21 settembre 2023, 16:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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DANIELE NANNUZZI, 'INTERNO GIORNO.
    COME IL CINEMA ENTRÒ NELLE NOSTRE' (Edizioni Artdigiland, e disponibile sul sito Artdigiland e sulle principali piattaforme on line).
    Daniele Nannuzzi, l'autore, figlio del direttore della fotografia Armando Nannuzzi, si forma accanto a lui lavorando con i più grandi registi dell'epoca: da Mauro Bolognini a Luigi Comencini, da Federico Fellini ad Antonio Pietrangeli e Luchino Visconti. In pochi anni si afferma come autore della fotografia firmando film di Carlo Lizzani, Franco Zeffirelli, Alejandro Jodorowsky, Sergej Bondarčuk, Tinto Brass, Enzo Monteleone.
    Con il film di quest'ultimo, El Alamein, la linea del fuoco si aggiudica il David di Donatello, il Golden Globe e una nomination ai Nastri d'Argento.
    Dopo anni di cinema, Nannuzzi cura poi la luce di una lunga serie di spettacoli teatrali: all'Opera di Roma, nei teatri di Salerno, Spoleto, San Pietroburgo, Varsavia, affermandosi anche come lighting designer.
    L'edizione, ricca di 315 pagine a colori, ha la prefazione di Caterina d'Amico e testimonianze di Enzo Monteleone e Alberto Negrin.
    "Dopo cinquantacinque anni di immersione in questo lavoro che amo più di me stesso - dice Daniele Nanuzzi - , ho deciso di scrivere un racconto sulla mia vita personale e professionale.
    Perché Interno giorno? Perché non volevo che fosse solo un catalogo delle mie esperienze cinematografiche ma che partisse dall'intimo della mia famiglia. Il racconto inizia nel 1939, anno in cui Armando Nannuzzi, mio padre, per caso, si ritrovò a Cinecittà come aiuto assistente operatore sul set de La corona di ferro di Alessandro Blasetti, e narra di come il cinema, come in una favola, entrò nelle nostre case".

    Scrive invece nella prefazione Caterina d'Amico: "[Un] libro di ricordi, ricco di immagini splendide e preziose, dal quale apprendiamo che - come a tutti - anche a Daniele Nannuzzi la vita ha riservato gioie, dolori, opportunità, ostacoli, che sembra aver affrontato sempre con equilibrio. In lui c'è una leggerezza che non è superficialità, una passionalità che non provoca drammi, una dedizione non ossessiva che produce energia.
    Attraverso le sue esperienze conosciamo un uomo generoso, innamorato del proprio lavoro, aperto al dialogo e alla collaborazione".
   

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