GRETA OLIVO, SPILLI (EINAUDI, PP.
198, EURO 18,50)
Sulla perdita della vista, il Premio Nobel della letteratura
José Saramago ha scritto uno dei suoi capolavori: il romanzo
apocalittico fantascientifico Cecità.
Il non-vedere è anche il perno di Spilli, esordio della romana
Greta Olivo, classe '93. Lo stile di questa giovane scrittrice
non è fantasy bensì aderente al vero, e le descrizioni non
risparmiano dettagli crudi.
Al centro della trama c'è Livia, un'adolescente che soffre di
una malattia agli occhi. Livia vive a Roma, nella zona nord
della città; proviene da una famiglia borghese, studia al liceo
classico, è appassionata di atletica, ama correre e gareggiare.
L'autrice, come afferma nella nota finale, ha in parte tratto
ispirazione dal racconto di Anna Maria Ortese, Un paio di
occhiali, contenuto nella raccolta Il mare non bagna Napoli,
pubblicata nel 1953.
Il titolo Spilli è preso dal testo della Ortese che definiva
spilli le lettere impercettibili che si debbono leggere sul
tabellone dell'oculista.
La protagonista della Ortese è una bambina miope. La piccola si
rende conto dello squallore e della miseria che la circondano
quando inforca per la prima volta gli occhiali. Le lenti, prima
tanto desiderate, diventano insopportabili perché le mostrano
cose che la fanno stare male.
Per Livia, l'eroina di Spilli, la paura è data, invece, dal buio
in cui viene catapultata all'improvviso; ha il terrore di non
poter realizzare i propri desideri.
Il mondo letterario di Greta Olivo è composto di autori
italiani, fra cui Ortese e Lalla Romano, e di voci
internazionali contemporanee come la canadese Miriam Toews
citata in esergo.
Per scrivere Spilli, e rendere credibile ogni scena narrata,
l'autrice ha frequentato per un periodo una struttura
specializzata in riabilitazione, recupero ed inclusione sociale
di persone con disabilità visiva.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA