FRANCESCO TERRACINA "MAL DI
SICILIA" EDITORI LATERZA PP. 163, EURO 18
Cosa hanno in comune un anziano ufficiale di Marina tedesco che
dal 1970 vive nell'isola di Filicudi in una grotta senza acqua
nè luce con un magistrato ucciso dalla mafia nel 1980 e
'dimenticato'? O un capitano della Marina britannica che spese
tutti i suoi averi per finanziare ricerche archeologiche tra i
Templi di Agrigento prima di morire in un ospedale psichiatrico
povero e pazzo con un centrocampista dai piedi di velluto che
dalla Scala del calcio milanese fu spedito per punizione nel
Palermo che lottava per non retrocedere? O un leader delle lotte
studentesche che decise di dedicarsi al recupero dei
tossicodipendenti e denunciare da una piccola tv privata il
malaffare della provincia trapanese prima di essere ucciso a
colpi di lupara con una scrittrice fuori dagli schemi e ignorata
dalla critica fino alla pubblicazione postuma del suo capolavoro
in Italia solo dopo le traduzioni e il successo in Germania e
Francia?
Sono uomini e donne contagiati dal "Mal di Sicilia", come lo
definisce lo scrittore e giornalista Francesco Terracina nel suo
ultimo libro pubblicato da Laterza. Una carrellata di
personaggi, alcuni noti altri quasi sconosciuti, che hanno
legato in modo indissolubile la loro vita alla Sicilia anche
quando hanno provato ad allontanarsene per poi ritornare.
"Attrazione e avversione: tra questi due sentimenti - scrive
l'autore - cresce il Mal di Sicilia. Ne sono affetti isolani e
stranieri, chi fugge per necessità e chi approda per caso sul
triangolo compreso fra Capo Lilibeo, Capo Peloro e Capo
Passero". Scrittori raffinati come Elio Vittorini, Goliarda
Sapienza, Stefano D'Arrigo, Livia De Stefani o Laura Di Falco;
vittime della barbarie mafiosa come il procuratore di Palermo
Gaetano Costa, il segretario siciliano del Pci Pio La Torre con
il suo 'gemello' Rosario Di Salvo o il sociologo giornalista
Mauro Rostagno; o ammaliati dal 'canto delle sirene', come
l'eremita tedesco Gisbert Lippelt, l'archeologo britannico
Alexande Hardcastle o il calciatore Benigno De Grandi; e ancora
artisti 'invisibili' come il pittore Tino Signorini o il
drammaturgo Franco Scaldati, poeta della Palermo dei lumpen.
Francesco Terracina racconta le loro storie con una scrittura
potente, incisiva come quella di un bulino, senza mai cedere
alla retorica e agli stereotipi di una certa rappresentazione
della Sicilia.
"In Sicilia non funziona niente? - si chiede l'autore - Forse
non è del tutto vero visto il richiamo che esercita. L'inferno
della Sicilia, il suo caos fertile, sta nel contenere il
paradiso. Una terra che non si piega neanche alle regole più
elementari e che finisce per generare il mal di Sicilia".
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