MICHELE BOVI E PASQUALE PANELLA,
'C'ERA UNA VOLTA IL CANTASTAMPA. QUANDO I GIORNALISTI
SPODESTARONO I PAROLIERI' (CONIGLIO EDITORE, PP. 256, EURO
23,00)
"Non aver paura se porto a tracolla una 'lupara'. Non è per
sospetto che tengo i pallettoni sotto al letto. Ma il primo che
ti guarda, bella mia, può dir le sue preghiere... e così sia".
Così cantava Pino Donaggio nel 1963 nella prima edizione del
Cantastampa di scena a Rimini. Donaggio, all'epoca cantautore,
poi compositore di colonne sonore cinematografiche per Brian De
Palma, Dario Argento, Pupi Avati, Tinto Brass, essendo nato e
cresciuto a Venezia non aveva dimestichezza con il fucile
siciliano a canne mozze. Ma il testo del brano Lupara Twist
portava la firma di Kris Mancuso, geniale redattrice del
quotidiano palermitano L'Ora. E al Cantastampa erano i
giornalisti a dettare legge. Quella rassegna aveva infatti la
particolarità di escludere la categoria dei parolieri e
ammettere esclusivamente come autori dei testi delle canzoni
autori iscritti all'Ordine dei giornalisti. E che nomi: da
Maurizio Costanzo a Sandro Ciotti, da Gianni Minà a Antonio
Lubrano, da Giuseppe Marotta a Diego Calcagno, da Vincenzo
Buonassisi a Salvatore Galeazzo Biamonte. Testi affidati per le
musiche a compositori come Ennio Morricone, Luis Bacalov,
Stelvio Cipriani, Enrico Simonetti e molti altri musicisti di
grido.
Il Cantastampa, ideato dal giornalista Sandro delli Ponti,
per 10 anni membro della commissione selezionatrice del Festival
di Sanremo, fu realizzato per 5 edizioni (1963 a Rimini, 1964 a
Taormina, 1966 a San Benedetto del Tronto, 1968 a Trento, 1972
in processione per la penisola all'interno del Cantagiro) ma non
ha lasciato tracce. Le riprese televisive (il Cantastampa fu
trasmesso dalla prima e dalla seconda rete) risultano per ora
introvabili nelle Teche Rai. E quei brani, seppur eseguiti da
Gianni Morandi, Sergio Endrigo, Mia Martini, Iva Zanicchi,
Edoardo Vianello, Gino Paoli e tante altre superstar della
canzone italiana, non sono mai stati incisi. Tranne poche
eccezioni come "Che mondo strano" dei Rokes (testo di Sergio
Modugno, all'epoca caporedattore di Big e in seguito
capocronista del Tg1) che finì in classifica nella hit parade
1966 e "Giovane ventenne", esilarante ballata che apriva i
concerti di Otello Profazio, con il testo di Cenzino Mussa
all'epoca inviato della Gazzetta del Popolo, poi grande firma di
Famiglia Cristiana.
Al Cantastampa e ai "giornalisti che spodestarono i
parolieri" è dedicato il libro di Michele Bovi (Coniglio
editore) che ha ritrovato tutti i testi inediti di quelle cinque
edizioni, le foto, addirittura le ricevute per gli ingaggi degli
artisti, ed è arricchito da un racconto autobiografico di
Pasquale Panella sui rapporti con il mondo della discografia.
I testi inediti di quella rassegna tanto prestigiosa quanto
dimenticata saranno rintracciabili non soltanto nel libro di
Bovi e Panella, ma anche letti in video sulle pagine Instagram e
Facebook del Cantastampa (@cantastampa). Proposti, uno al giorno
a partire da giovedì 20 febbraio. A recitarli sono altre
celebrità del giornalismo.
Parte Mattia Feltri che legge Sergio Modugno e di seguito
Marco Travaglio legge Maurizio Costanzo, Aldo Grasso legge
Giuseppe Marotta, Manuela Moreno legge Laura Griffo, il Gabibbo
di Antonio Ricci legge Emilio Fede, Carmen Lasorella legge
Daniele D'Anza, Aldo Vitali legge Antonio Lubrano, Mariolina
Sattanino legge Velia Veniero , Tiberio Timperi legge Giorgio
Martinelli, Italo Cucci legge Italo Cucci ovvero il testo che
lui stesso scrisse per il Cantastampa del 1972 e Maria Concetta
Mattei, originaria di Trento, legge Lupara Twist di Kris
Mancuso. Proprio come Pino Donaggio: il giornalismo (anche
quello canterino) non ha confini.
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