LUIGI CONTU, DOMANI SARÀ TARDI
(SOLFERINO, PP 192, EURO 17,90)
Racconta il "25 aprile di un fascista salvato dai
partigiani", dà voce alle paure, ai sentimenti e alle speranze
di un uomo che fino all'ultimo non si pente delle sue idee pur
riconoscendo i tragici errori compiuti dal regime, 'Domani sarà
tardi' di Luigi Contu. Il nuovo romanzo del direttore dell'ANSA
arriva in libreria per Solferino nell'ottantesimo anniversario
della Liberazione.
Un quaderno a righe, ritrovato da Luigi Contu, pronipote
dell'omonimo protagonista e voce narrante del libro, è la
testimonianza su cui si basa la storia.
Nel cupo inverno del 1944 Luigi Contu arriva in un piccolo
paese della Val Brembana, per dirigere un ufficio del ministero
dell'Agricoltura della Repubblica sociale italiana. È un
fascista della prima ora e ha fatto parte del governo Mussolini.
Ma nel giro di pochi mesi vede crollare il suo mondo con
l'inarrestabile avanzata degli Alleati sbarcati in Italia, i
nazisti che spadroneggiano al Nord e i partigiani che si
rafforzano, mentre si moltiplicano eccidi e rappresaglie. Non sa
ancora che il fascismo è giunto all'atto finale, ma gli eventi
incalzanti lo inducono a tenere il diario di un'esistenza
diventata improvvisamente pericolosa e nel pieno di una
tempestosa crisi sentimentale con l'amata Virette, antifascista
come la famiglia da cui proviene.
Con l'arrivo del 25 aprile, l'essere una persona perbene non
basterà a evitare che la Storia gli presenti il conto: viene
arrestato e processato in un concatenarsi di eventi burrascosi e
imprevedibili. Chi potrà salvarlo da una condanna a morte?
Ricostruendo l'intima resa dei conti di un uomo, il dramma di
una famiglia, intrecciati con l'affresco di un'epoca, l'autore
racconta con intensità e sensibilità un passaggio cruciale e
drammatico della storia di un Paese spaccato che muove i primi
passi per rinascere dalle sue ceneri.
Già autore nel 2022, per La nave di Teseo, de I libri si
sentono soli, una storia della biblioteca di famiglia, giunto
alla quarta ristampa, Contu ha vinto il Premio Saint-Vincent per
il giornalismo nel 2011.
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