I piccoli e medi editori fanno fatica
a vendere all'estero i diritti di traduzione di opere italiane,
a far da traino sono i libri per ragazzi. Nel 2022 l'editoria
italiana ha comprato dall'estero 9.423 diritti di traduzione di
opere straniere e ha venduto 7.889 diritti di traduzione di
opere italiane. Il 29% dei contratti di acquisto e il 27% dei
contratti di vendita sono stati realizzati da editori
medio-piccoli, ovvero con un valore del venduto a prezzo di
copertina nei canali trade (librerie fisiche e online e
supermercati) fino a 5 milioni di euro. I dati sono stati
presentati a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della
piccola e media editoria organizzata dall'Associazione Italiana
Editori nell'incontro 'Import export e altre forme di
internazionalizzazione nell'era post-Covid. Destinazione
Francoforte', realizzato in collaborazione con Aldus Up.
L'Italia esporta soprattutto libri per bambini e ragazzi
(2.744 nel 2022, pari al 35% del totale), quindi saggistica
(1.992 contratti, 25%), narrativa (1.496 contratti, 19%),
manualistica non universitaria e self help (708 contratti, 9%),
fumetti (416 contratti, 5%), libri religiosi (395 contratti,
5%), illustrati (138 contratti, 2%). Gli editori medio-piccoli
si sono ritagliati un loro spazio soprattutto in determinati
settori: il 76% dei contratti riferiti ai libri religiosi, il
64% di quelli riferiti ai libri illustrati e il 42% di quelli
riferiti ai libri per bambini e ragazzi è stato chiuso da case
editrici con vendite nei canali trade sotto i 5 milioni di euro.
A dominare, per i titoli ceduti per la pubblicazione in
traduzione, è l'Europa con il 62% dei contratti, seguita
dall'Asia (18%), Sud e Centro America (6%), Medio Oriente (5%),
Africa (4%), Nord America (3%), Pacifico (2%).
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