(di Francesco De Filippo)
Forse la 'graphic novel' di
"Nekropola", il suo libro più importante, è l'ultimo tassello
che mancava a un'opera - e a uno scrittore - che nella sua lunga
vita ha diffuso i libri scritti in ogni declinazione possibile,
peraltro facendo della sua stessa vita una testimonianza, dunque
in qualche modo un'opera d'arte. Oggi quel capolavoro che
racconta gli orrori della guerra e le atrocità commesse nei
lager nazisti, è stato presentato, appunto, in forma di graphic
novel, al Kulturni dom "Igo Gruden" di Duino Aurisina (Trieste).
Non un giorno a caso, ma il 26 agosto: oggi l'autore
triestino di lingua slovena, Boris Pahor, avrebbe compiuto 109
anni. E avrebbe apprezzato un compleanno festeggiato con una
nuova iniziativa editoriale.
Boris Pahor è invece scomparso il 30 maggio scorso, e con lui
se n'è andato uno dei testimoni più lucidi delle discriminazioni
contro la minoranza slovena a Trieste durante il regime
fascista.
A dispetto dell'età, di quell'indomabile spiritaccio animato
da singolare combattività e vis polemica, a Trieste si avverte
la mancanza. In qualche modo se ne è andato appagato, con i due
presidenti (Borut Pahor e Sergio Mattarella) che si tengono la
mano sul Carso triestino e il Narodni Dom - li' dove in pratica
era cominciata la sua storia personale - bruciato dai fascisti
nel 1920, restituito alla comunita' slovena.
Forse per riempire o esorcizzare questo vuoto oggi è stata
lanciata la proposta di intitolare lo spazio verde di piazza
Oberdan "Roseto Boris Pahor per la pace e l'amore". Lo ha fatto
il Comitato pace convivenza solidarietà 'Danilo Dolci'
prevedendo la piantumazione di tre specie di rose - Triestina,
di Hiroshima e di Assisi - da dedicare "allo scrittore e a
quanti soffrirono durante la feroce dittatura nazista e
fascista". Ora, dunque, comincerà un'apposita raccolta di firme,
anche per la "realizzazione di un museo con quanto ancora esiste
di testimonianza concreta delle indescrivibili celle di quelle
che furono le prigioni delle SS nelle cantine del palazzo n. 4
di piazza Oberdan, dove fu portato anche Pahor". Stamani una
delegazione del Comitato e dell''Ente Italiano per la conoscenza
della lingua e della cultura slovena è andata al cimitero di
Sant' Anna per deporre un mazzo di fiori con una dedica
bilingue, sulla tomba dello scrittore e intellettuale.
Infine, il commosso ricordo di chi con lui ha avuto uno
stretto rapporto e ha anche scritto un libro insieme, Tatjana
Rojc, senatrice e rappresentante della comunità slovena: "Con
questa nuova versione di Necropoli in qualche modo il grande
Vecchio passa il testimone alle nuove generazioni. Il giovane
illustratore Jurij Devetak si fa simbolicamente portatore di una
testimonianza che è patrimonio dell'umanità".
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