Una relazione di coppia in gioco, amanti possibili, scelte guidate dal desiderio, le frustrazioni, e il sospetto di un tradimento. Sono i tasselli che costruiscono Fedeltà, la limited series originale di Netflix, al debutto in 190 Paesi nel mondo, a San Valentino, il 14 febbraio, liberamente tratta dall'omonimo romanzo (Einaudi), i Marco Missiroli (qui presente in un cameo), finalista nel 2019 al Premio Strega e vincitore del Premio Strega Giovani. Il racconto in sei puntate, ambientato tra Milano e Rimini, ha per protagonisti Michele Riondino e Lucrezia Guidone, in un cast che comprende Carolina Sala, Leonardo Pazzagli, Maria Paiato, Gianluca Gobbi, Elisa Di Eusanio, Maurizio Donadoni. "Quello della fedeltà è un tema che come lo tocchi sbagli va maneggiato con cura - dice Michele Riondino in conferenza stampa -. Parlandone ti rivolgi a te stesso e a un pubblico che conosce bene l'argomento, anche se magari non si affronta mai direttamente... abbiamo messo per buona parte anche la nostra voce nella dinamica di questi personaggi". La serie, prodotta da BiBi Film, scritta dall'head writer Alessandro Fabbri, Elisa Amoruso e Laura Colella, e diretta da Andrea Molaioli e Stefano Cipani è lanciata da Netflix con il bollino Vm14 (non adatta ai minori di 14 anni). Al centro della trama (sviluppata su una domanda, 'A chi dobbiamo la nostra fedeltà, agli altri o a noi stessi?'), troviamo Carlo (Riondino), romanziere in crisi e professore part-time di scrittura creativa, e la moglie Margherita (Guidone), architetto diventata per necessità (della coppia) agente immobiliare. Il loro è un rapporto appassionato (a colpi anche di amplessi dove capiti, bagni di ristoranti compresi) ma sembra non esserci sintonia sulla necessità di 'crescere' insieme', magari comprando casa. Entrambi si ritrovano esposti alla tentazione: Carlo si interessa un po' troppo a Sofia (Sala), talentuosa studentessa, mentre Margherita prova un'attrazione crescente per il suo fisioterapista, Andrea (Pazzagli). Un gesto tenero di Carlo per Sofia, viene, forse, frainteso, da un'altra studentessa, e provoca un provvedimento disciplinare contro il professore. E' la classica 'goccia' che fa rimettere ai protagonisti, in discussione, le proprie scelte, inseguendo, prima di tutto, il desiderio. "Il racconto fa riflettere su fin dove spingersi nei compromessi per il bene della coppia - spiega Lucrezia Guidone .- C'è anche un inno a far splendere il proprio centro per riuscire a stare bene insieme all'altro". Per la trasposizione "c'è stato un lavoro di gruppo che ci ha reso molto felici - racconta Alessandro Fabbri -. Si parla di sentimenti e turbamenti, cose impalpabili e sottili. Lo scavo dei personaggi del libro andava trasformato in gesti e relazioni, interrogandoci su segreti, difetti, zone d'ombra di ogni personaggio". Una parte fondamentale è l'espressione del desiderio fisico: "Non avevamo un consulente intimità sul set e non penso ci sia mancato - commenta Andrea Molaioli, regista con Cipani -. Abbiamo lavorato alla vecchia maniera, trovando tra chi metteva in scena e chi era in scena le modalità più erotiche e tenere da esplorare, a seconda delle situazioni. Il desiderio è un terreno minato, scivoloso, il rischio era di lasciarsi andare a una forma di rappresentazione eccessivamente estetica". Fondamentale l'alchimia fra i due protagonisti: "C'è stato un vero lavoro di prove che ha aiutato molto sia la sceneggiatura che il rapporto fra di noi - dice Riondino -. Abbiamo avuto molto tempo per conoscerci e parlarci. Avevamo già avuto insieme un'esperienza di teatro, e tutto ha portato a una profonda sintonia". Per Lucrezia Guidone "con Michele si è creato un vero terreno di ascolto che penso si veda in scena". Venendo alle 'tentazioni', '"Sofia - spiega Carolina Sala - è in quel momento spaesante della vita in cui potrebbe succedere tutto. C'è in lei un'ombra che non si risolve fino alla fine: la dinamica con il professore è sempre sul filo". Mentre Andrea, "è un grande ascoltatore di corpi e di persone - commenta Leonardo Pazzagli - ma anche un ragazzo che agisce, diretto, di poche parole, essenziale". La scelta del debutto della serie a San Valentino "è anche giocare sulla data - dice Ilaria Castiglioni, content executive per le serie originali italiane di Netflix -. L'obiettivo principale della serie è intrattenere, ma porsi con questi personaggi qualche domanda non fa mai male".
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