TONINO BETTANINI, 'L'IMPERMEABILE DI KABUL' (MAGOG, PP. 195, EURO 19,00) "Appena vomitato dalla bocca del C-130 mi sono aggrappato ad un nostro fante nel bel mezzo di una tempesta di sabbia che già mi aveva regalato una discreta emozione in fase di atterraggio.
Camminiamo a stento contro raffiche taglienti di granelli e vento. Finché siamo riusciti a infilarci in un hangar alla ricerca di un mezzo che ci aiutasse a coprire il km e appena più che ci separava dall'uscita dell'aeroporto. Il vento ululava gli annunci frenetici dei primi voli, per lo più militari, di questo vergognoso bye bye Kabul". È una città in pieno marasma, tra gli americani "che la stanno vergognosamente abbandonando" e i talebani che stanno riprendendo piede nel Paese, quella che fa da sfondo al nuovo libro di Tonino Bettanini, che ritrova il suo protagonista, Brando Costa, consigliere della Farnesina.
In un bollente luglio romano, Costa ha appena finito di giocare un doppio di tennis quando viene prelevato e spedito alle falde dell'Hindukush. La missione che gli viene affidata è particolarmente delicata: sono due gli italiani da ritrovare, Matteo Orlando, avventuroso esploratore, suo amico, e un archeologo, il professor Ferraris, vittima dell'iconoclastia talebana. Ad aiutare Costa, l'ambasciatore Margini e Marta Moncada, a capo dell'Unità di Crisi della Farnesina.
Tra incontri, dialoghi, sopralluoghi, Costa mette insieme le tessere del puzzle, incrociando sulla sua strada giuriste coraggiose, capi-tribù, medici delle ong, studiando le mosse del 'nemico' e puntando sulle doti diplomatiche che avranno la meglio sulla brutalità. Ed è struggente il contrasto tra l'umanità e la violenza, la libertà e il sospetto, il cielo di Kabul nelle notti d'estate che "è fra le cose più belle di questa terra" e gli scontri a fuoco tra tempeste di proiettili e lince color sabbia.
Classe 1946, già accanto a Claudio Martelli a Palazzo Chigi e alla Giustizia, Bettanini è stato portavoce di Franco Frattini alla Funzione Pubblica, a Bruxelles e in Farnesina. Ha scritto 'Il cielo di Kabul. La storia del mullah dello sci', 'Contro tutte le paure', 'Bruxelles', 'L'icona di San Pietroburgo'.
Brando Costa è un po' il suo alter ego, "esaspera quelle che sono effettivamente delle mie propensioni. Io - scrive su Dissipatio.it, 'non un portale, né un testata, tantomeno una piattaforma, bensì una cellula proiettata nell'etere e sulla terra, in formato digitale e analogico, nello spazio e nel tempo' - sono sempre stato un servitore leale delle istituzioni e delle persone con cui ho lavorato. Però ho sempre ubbidito a un mio ideale etico di libertà, non intesa come libertà dalla responsabilità, ma di libertà di destino".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA