Declinare la poesia di Andrea Zanzotto sui territori di Bogotà e Medellin: è la sfida raccolta dal collettivo artistico Opiemme, col progetto Icaros, sostenuto dall'Istituto Italiano di Cultura della capitale colombiana.
Opiemme, fondata a Torino nel 1998, si è data l'obiettivo di "esplorare i confini tra parole e immagini" e di farsi "portavoce della poesia". Mentre Icaros, spiega all'ANSA Davide Bonatti, membro dell'associazione di cui fanno parte anche Margherita Berardinelli e Tommaso Campano, è una parola che ha un doppio riferimento e collega il mondo europeo/occidentale a quello latino, attraverso il richiamo al mito, ma anche alla natura.
"Nella sua poesia, a partire dagli anni '50, Zanzotto parla del paesaggio con attenzione all'ambiente. Mostra sensibilità e riflette su una catastrofe climatica già in atto che definisce "il delirio su cui si cerca di distendere un velo di dissimulazione", evidenzia ancora Bonatti.
Il legame tra il collettivo e il Paese sudamericano è nato dopo che nel 2022 Opiemme ha attivato una residenza presso la Fondazione Pistoletto "sulle arti partecipative che coinvolgono il territorio". Un tema che ha interessato la Galleria Paul Bardwell di Medellín, che ha proposto all'associazione di realizzare un murale in uno spazio pubblico della città, interpretando la trasformazione, che cerca di lasciarsi alle spalle l'immagine degli anni della violenza di Pablo Escobar.
A Bogotà invece, il collettivo ha realizzato un'opera, poi installata nella hall della sede dell'Istituto italiano di cultura, che dialoga con il paesaggio, facendosi interprete dell'aforisma: "In questo progresso scorsoio, non so se vengo ingoiato, o se ingoio".
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