"Trovo sbagliato dire che la direzione d'orchestra è una professione difficile o ostacolata per le donne. E' un lavoro impegnativo per tutti, duro, che richiede studio e dedizione costante a prescindere dal sesso", precisa Mirga Grazinyte-Tyla, che dirigerà Mozart, Debussy e Messiaen con l'orchestra di Santa Cecilia il 4, 5 e 6 maggio. Lituana, 32 anni, da poco direttrice musicale dell'orchestra sinfonica di Birmingham, premiata come migliore giovane direttrice a Salisburgo nel 2012 e subito dopo Dudamel fellowship alla Los Angeles Orchestra, conclude: "Donne sul podio siamo in rapida crescita, ancora in minoranza, ma non c'è più discriminazione".
E' la prima volta che dirige in Italia, anche se è salita sul podio dell'orchestra di Ravenna durante il suo Erasmus italiano a Bologna nel 2007/2008 e ricorda che allora andò a un concerto di Abbado: "Ne fui incantata, tanto da scrivergli una lettera, che riuscii a consegnargli, per presentarmi e chiedergli se mi avrebbe dato delle lezioni. Lettera che però non ebbe alcuna risposta". Così ricorda di quel soggiorno i suoi maestri e in particolare "le lezioni teoriche e di composizione stupende, straordinarie, di Cristina Landuzzi". Il suo amore comunque è il direttore greco Constantinos Carydis: "E' un pazzo, ma tutto quel che sento interpretato da lui, per il mio gusto, è una rivelazione incredibile, affascinante".
Per la stagione di Santa Cecilia esegue un programma francese, a parte Mozart, "un mondo musicale bellissimo e un po' magico oltre che legato alla mia storia personale, visto che mio padre ha studiato alcuni anni in Francia, dove ci ha portati qualche volta e avevamo molti amici", racconta, aggiungendo che a Birmingham hanno fatto a marzo un Festival Debussy. Poi spiega che si tratta di pezzi apparentemente contrastanti, ma in realtà sono un "sandwich Debussy ricco di connessioni e rimandi: aperto da sei dei suoi 'Preludi' orchestrati da Colin Matthews e chiuso da 'La mer' e in mezzo il 'Concerto per pianoforte K.595' di Mozart cui, per certi versi, rende omaggio Messiaen col suo 'Un sourire', compositore che deve molto a Debussy". Solista sarà il pianista Francesco Piemontesi "che ben conosce quei preludi e forse prepara un bis a sorpresa".
''Delle differenze, tra la direzione di un uomo e una donna, probabilmente ci saranno - ammette Grazinyte-Tyla - Io non lo so, bisognerebbe fare una bella indagine sulla femminilità nella musica, ma il fatto è che questa è un linguaggio che emoziona e viene declinato da ognuno in modo diverso, individuale a prescindere dal sesso, perché tutti cercano sempre qualcosa di diverso e intimo nei pezzi che sentono e eseguono. E' la bellezza di questa arte, la cui qualità più importante è appunto la comunicazione, il modo con cui la si realizza con l'orchestra e la si trasmette al pubblico". Le piace quindi molto aver scoperto che l'Orchestra di Santa Cecilia è composta da musicisti molto appassionati, "che non hanno perso questa qualità, essenziale per cercare assieme di arrivare allo spirito di una musica, come accade spesso a chi suona finendo di essere vinto dalla routine del suo lavoro". Dell'orchestra di Birmingham, dove arriva dopo Simon Rattle ed altri bei nomi, racconta che "ha un rapporto molto intimo con i propri direttori principali, con cui quindi deve esserci feeling per dargli tutta la loro fiducia e creare quello che diventa un bellissimo scambio proficuo". Lei viene da una famiglia di musicisti, quella della nonna materna era composta da sette fratelli tutti professionisti, la madre è una pianista, il padre un direttore di coro (la musica corale ha in Lituania una lunga e alta tradizione), la sorella minore pianista anche lei: "Sarebbe assurdo dire che questo non mi ha aiutato molto, ma non ritengo sia un fatto necessario per arrivare ad essere un musicista di qualità, e lo dimostra proprio Debussy, che appunto non veniva da una famiglia di musicisti. Io ho iniziato cantando. In casa mia si cantava molto, ma non pensavo di fare la direttrice, per cui ho cominciato tardi a studiare in questo senso".
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