Ecco che con ricercati effetti sonori Claudio Monteverdi riproduce all'inizio il galoppo del cavallo di Tancredi in arrivo e lo stesso accade con altri suoni contemporanei nel lavoro di Claudio Ambrosini che a quello si ispira e ne propone una sorta di sequel a quasi quattro secoli di distanza. I due lavori sono stati proposti ora in un'unica serata al Cantiere Internazionale d'Arte al Teatro Poliziano di Montepulciano sotto la direzione di Roger Hamilton con gli archi dell'RNCM di Manchester e l'aggiunta di un cembalo, un arciliuto, una tiorba e le percussioni.
''Il combattimento di Tancredi e Clorinda'' è una pietra miliare del teatro musicale, madrigale rappresentativo in cui vengono appunto sperimentate soluzioni musicali nuove, effetti sonori mimetici realistici oltre a usare e per la prima volta segnare esplicitamente in partitura il tremulo, rapida ripetizione dello stesso suono detto 'stile concitato', e del pizzicato per ottenere effetti speciali nelle scene drammatiche.
E' questo, ma non solo, che fa dell'opera di Monteverdi (1567 - 1643) una pietra miliare nella storia della musica drammatica, composta per il Carnevale di Venezia del 1624 su commissione di Girolamo Moncenigo segna il passaggio tra la musica vocale pura e la vocalità concertante, ovvero con strumenti d'accompagnamento e con autonoma identità melodica.
Il lavoro musica ottave di Torquato Tasso della ''Gerusalemme liberta'', ma anche della ''conquistata'' con una nuova, moderna aderenza al testo con la musica che trova immediato riscontro nella parola. Il racconto è quello di Tancredi eroe di Gerusalemme che arriva e sfida un cavaliere dall'armatura araba di cui, a un certo punto chiede l'identità sotto l'elmo senza ottenere soddisfazione, e quindi combatte e l'uccide per scoprire (''la vide e la conobbe'') che sotto la corazza si celava la sua amatissima Clorinda. Questa lo perdona e chiede che la battezzi prima di spirare, concludendo ''s'apre il ciel; io vado in pace'', lasciando l'altro nel più terribile dolore e senso di colpa.
E' tale strazio il tema del ''Tancredi appresso il combattimento'' di Claudio Ambrosini, compositore classe 1948, diplomato a Venezia, studioso della musica elettronica, vincitore nel 1985 del Prix de Rome, primo compositore non francese, e nel 2007 del Leone d'Oro della Biennale Musica. Nel 1979 ha fondato a Venezia l'Ex novo ensemble e nel 1983 il CIRS, Centro internazionale per la ricerca strumentale, componendo musica lirica, strumentale, sinfonica e da camera, elettronica e non.
La sua musica per questo lavoro vive di vibrati, di dissonanze e suoni concreti in una sorta di delicato continuum, di tessuto sonoro si fa protagonista con e in alternanza al testo, strofe tassesche di Vincenzo De Vivo tutte rammarico, sogno, desolazione cui le voci danno potenza dolorosa, a cominciare da quella narrante di Christian Federici, mentre Tancredi è Claudio Zazzaro e Clorinda Ginevra Schiassi. Nell'allestimento, con praticamente la stessa scena a astratta ( che per Monteverdi si focalizza su una poltrona e un leggio) in cui teneramente all'inizio i due amanti giacciono accasciati e scomposti, quindi lui si rialza tenendo lei abbracciata ormai esanime. Tancredi vive il suo lutto straziante e Corinda, fantasmatica, onirica in una leggera tunica bianca illuminata da sotto, cerca quasi di consolarlo. Insomma un lamento funebre tragico, intriso di dolore e tenerezza. Il classico lavoro di Monteverdi vede invece quale unico interprete, che narra e dà voce ai due personaggi, Alvaro Lonzano, dal bell'impegno musicale ma che lo porta a una dizione non sempre chiara dei versi del Tasso, sino a una chiusura in cui il personaggio si chiude in sé stesso e nel suo dolore, abbracciandosi le ginocchia e dondolandosi in maniera sofferente, mentre cala la luce.
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