Paolo Petroni
Spettacolare apertura
dell'undicesima edizione dell'Orbetello Piano Festival grazie
anche alla grande luna dei giorni scorsi che è sorta sulla
Laguna di levante tonda, piena e rosso sangue da dietro la
collina di Ansedonia alle spalle della pianista Maria Narodytska
che ha tenuto il suo recital sulla terrazza sotto la seicentesca
polveriera Guzman a Orbetello.
Il Festival ha sempre cercato di coniugare il programma
musicale con le bellezze paesaggistiche della cittadina lagunare
alle porte dell'Argentario, così che anche quest'anno terrà i
propri concerti nella quattrocentesca Torre Saline alla foce del
fiume Albegna, nel bosco della Patanella (concerto all'alba, ore
6 del mattino con Alessandro Marangoni), all'antico Casale
Giannella oggi oasi Wwf, e così via, sino alla conclusione delle
undici serate in programma il 7 agosto.
La Narodytska, poco più che trentenne, nata a Kiev dove ha
studiato, perfezionandosi in Ucraina e in Germania, ha vinto
numerosi premi internazionali, compreso la Orbetello Piano
Competititon dello scorso anno. La serata inaugurale del
festival ha aperto il suo concerto suonando col piano forte a
bordo laguna con i ritmi vivaci di Scarlatti, lo ha chiuso con
tre lied di Schubert trascritti per piano da Liszt e ha dato il
meglio con la sua interpretazione delicata e vigorosa nel
rendere il sentimento dell'armonia e assieme mettendo in
evidenza la struttura della complessa e affascinante Sonata op.
111, l'ultima di Beethoven imparentabile alle novità
rivoluzionarie di scrittura degli ultimi quartetti.
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