Il soprano italiano Anna Pirozzi sarà dal 25 aprile l'unica Medea di Luigi Cherubini in scena ad Atene nella coproduzione del Metropolitan di New York e Opera Nazionale Greca per la regia di David McVicar, culmine delle celebrazioni dell'intero anno dedicato a Maria Callas.
Considerata il soprano drammatico italiano più interessante della sua generazione, la cantante di Napoli è reduce da Tosca all'Opera di Roma, Lady Macbeth all'Opera di Vienna, per due mesi applaudita a Parigi con due produzioni consecutive all'Opera Nazionale. Il 7 maggio tornerà al San Carlo di Napoli per un gala al fianco del tenore italo-britannico Freddie De Tommaso. Il 22 marzo, inoltre, la sua Turandot nel nuovo allestimento della Royal Opera House di Londra con Antonio Pappano sul podio verrà trasmessa nei cinema di tutto il mondo. Anna Pirozzi è stata fino a 25 anni una cantante pop e non aveva avuto occasione di misurarsi con il repertorio operistico.
E' entrata quindi in conservatorio a un'età in cui di solito molti cantanti d'opera hanno debuttato da tempo. Da allora è scoppiato l'amore per la lirica. Ha cominciato così una lunga gavetta nei teatri di provincia con piccole orchestre di dieci elementi, 50 euro a recita, ma anche palestra importantissima per forgiarsi. "Nessuno tra agenti e direttori artistici mi voleva ascoltare - ricorda - perché ero troppo vecchia, avevo scoperto tardi quale era la mia strada e quindi avevo perso il treno giusto".
Ma Anna non ha mollato e a 36 anni è salita sul primo palco importante, al Regio di Torino nel ruolo di Amelia del Ballo in Maschera. Da quel momento in soli otto anni è stata acclamata nei teatri internazionali più prestigiosi, lavorando con artisti di spicco, da Muti a Domingo, Metha, Oren, e registi come Pizzi e Hugo de Ana. "E' da loro che ho imparato a recitare - dice -.
A noi cantanti ormai si chiede di saper recitare esattamente come ad attori di prosa, ma non veniamo preparati a questa sfida professionale. I nostri studi si concentrano sulla voce e sulla musica, poi arrivi in teatro e ti vengono chieste interpretazioni attoriali davvero complesse e convincenti, soprattutto a me che interpreto prevalentemente ruoli di donne forti e controverse. Dopo un percorso così lungo e faticoso ero davvero pronta a qualsiasi sfida, soprattutto ero pronta ad imparare da tutti". "Ora - aggiunge - anche la mia famiglia è orgogliosissima di me e felice, ma quante volte mi sono sentita chiedere quando avrei finalmente trovato un lavoro vero, come se l'opera per me potesse rimanere solo un passatempo". Durante il lungo stop della pandemia si è dedicata a una "remise en forme, ma attenzione - chiarisce - non per obbedire alla richiesta irritante di adeguarmi ad un canone estetico che, parallelamente alla sempre crescente importanza della regia, vuole noi cantanti in linea con i canoni estetici dominanti. Per quelle ragioni non avrei mai rinunciato nemmeno ad un solo piatto di pasta" . Allo stesso modo, energica e decisa come Tosca che ha interpretato 50 volte, "ho sempre gentilmente, ma fermamente detto di no alle proposte registiche che secondo me non avevano senso e che non mi sentivo di interpretare con il dovuto convincimento. Forse arrivare ai palchi importanti da donna matura e consapevole alla fine invece è servito".
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