"Due storie di violenza di genere,
due vicende che ci ricordano i troppi casi della cronaca
odierna, in cui la donna è schiacciata dall'uomo e da una
brutalità oggi più che mai inaccettabile". Michele Mariotti,
direttore musicale dell' Opera di Roma, descrive così il
dittico formato da Il tabarro di Giacomo Puccini e da Il
castello del Duca Barbablù di Béla Bartók, che la Fondazione
capitolina propone insieme dal 6 al 18 aprile in una nuova
produzione firmata dal regista tedesco Johannes Erath, al primo
impegno operistico in Italia e al debutto al Teatro Costanzi. Lo
spettacolo fa parte di un progetto triennale in collaborazione
con il Festival Puccini di Torre del Lago in occasione, nel
2024, del centenario della morte del compositore. Il suo
Trittico verrà scomposto e ricomposto in tre dittici, proposti
uno all'anno per tre stagioni consecutive, grazie
all'accostamento di ogni titolo a un altro capolavoro del
Novecento. ''Solo dopo aver composto Il tabarro - spiega
Mariotti - Puccini decise di accompagnare il dramma in un atto
con Suor Angelica e Gianni Schicchi. L'idea del Trittico quindi
è nata strada facendo. La nostra idea è stata invece quella di
scomporlo, accostando ciascun titolo a un altro atto unico
novecentesco, che ne esalti le caratteristiche musicali e
drammaturgiche più salienti. Un modo quindi per guardare il
capolavoro tripartito di Puccini da un'angolazione diversa''. Il
tabarro e Il castello del Duca Barbablù sono andate entrambe in
scena per la prima volta nel 1918. Nella prossima stagione
saranno proposti Gianni Schicchi e L'heure espagnole di Maurice
Ravel, mentre nella stagione 2024/2025 Suor Angelica sarà
accostata a Il prigioniero di Luigi Dallapiccola. Grandi
artisti di caratura internazionale in entrambi i cast dei due
atti unici. Per Il tabarro tornano all'Opera di Roma il baritono
Luca Salsi (Michele), il soprano Maria Agresta (Giorgetta) e il
tenore Gregory Kunde (Luigi). Per il capolavoro di Bartók
salgono sul palcoscenico il mezzosoprano Szilvia Vörös e il
basso Mikhail Petrenko, entrambi al debutto al Costanzi. Il coro
della fondazione capitolina è istruito da Ciro Visco.
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