E' una Lucia di Lammermmor di
Donizetti pugnace e determinata quella che ha debuttato ieri
sera con successo allo Sferisterio di Macerata per la regia di
Jean-Louis Grinda: arriva in stivali e pantaloni, brandisce
l'alabarda nei momenti di rabbia (e di pazzia) e si fa
ingabbiare in un matrimonio imposto (e in un abito da sposa con
corsetto indossato a scena aperta) solo per amore. L'amore
deluso per l'amato che pensa la tradisca, ma anche per il
fratello che pure la utilizza per i suoi scopi politici.
Un'eroina romantica a tutto tondo a cui si spezza prima il
cuore e poi la mente, con la consapevolezza che chi doveva
amarla l'inganna. Ma è soprattutto una Lucia interpretata
magistralmente dal soprano spagnolo Ruth Iniesta che ha saputo
rendere sia nel canto che nella recitazione tutte le pieghe di
una partitura impervia, senza mai strafare, ma centrando il
personaggio. Applausi e ovazioni del pubblico del Macerata Opera
Festival dove l'opera di Donizetti non si dava da vent'anni, per
lei, per il tenore russo Dmytri Korchak, un Edgardo dotato di
gran voce e tecnica vocale, e per il baritono Davide Luciano
(Enrico), assieme al tenore Paolo Antognetti (Arturo) e al Coro
Lirico Marchigiano 'V Bellini'. Consensi anche per il direttore
d'orchestra Jordi Bernàcer sul podio della Form e il resto del
cast: Mirco Palazzo, Natalia Gavrilan, e Gianluca Sorrentino.
Il regista monegasco Grinda, direttore de le Chorégies
d'Orange che cooproduce lo spettcolo, ha creato un'ambientazione
essenziale con proiezioni video di paesaggi naturalistici: il
mare, una cascata tra le rocce o un castello in rovina, e
sontuosi costumi di Jorge Jara d'ispirazione vittoriana. Un modo
per riprodurre tecnologicamente le scene dipinte ottocentesche
in modo da lasciar 'parlare' il canto. Tuttavia, nonostante la
bravura dei protagonisti e la suggestione delle immagini del
video design di Etienne Guiol (realizzate da Malo Lacroix) per
le scene di Rudy Sabounghi, il lungo palco dello Sferisterio
risulta a volte troppo vuoto. Tra i momenti più suggestivi, la
celeberrima aria della pazzia intonata da Ruth Iniesta con
l'accompagnamento della glassharmonica.
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