Sono stati 778 i concerti organizzati
dai cinque centri di produzione italiani specializzati nella
musica jazz dal 2022 da quando nel luglio di quell'anno la
Direzione Generale dello Spettacolo ha pubblicato il decreto che
li ha ufficializzati con altre due strutture dedicate alla
musica classica. Gli spettacoli hanno visto in scena 1.300
artisti e richiamato complessivamente 106 mila spettatori. Il
bilancio è stato reso noto in questi giorni a Roma in occasione
di Take Five, la rassegna annuale che alla Casa del Jazz
presenta i progetti originali dei cinque centri di produzione
aderenti all' Associazione Nazionale I-Jazz.
Con la Fondazione Musica per Roma, che svolge il ruolo di
capofila appunto tra la Casa del Jazz e il Parco della Musica,
si sono confrontati Adrimusic (Pescara), WeStart (Novara)
Insulae Lab (isole, diretto da Time in Jazz di Berchidda) e
Firenze/Cascina per la Toscana. I concerti organizzati dai
centri hanno raggiunto 107 piazze italiane e 37 straniere (di
cui otto extra europee) mentre sono stati accolti 302 concerti
di ospitalità, prodotti cioè da altri soggetti. I centri sono
concepiti come organismi stabili per strutturare spazi
residenziali, supportare la produzione e la promozione di
progetti in Italia e all'estero con attenzione ai vari linguaggi
musicali e artistici e alla multidisciplinarietà. La produzione
di eventi rappresenta anche opportunità di lavoro: i centri
dànno occupazione piena a 13 dipendenti, part time a nove e a 38
come dipendenti a progetto, e hanno favorito lo svolgimento di
un totale di quasi 17 mila giornate lavorative per tutte le
persone coinvolte nell' organizzazione dei concerti.
''Uno degli obiettivi principali - ha detto Luciano Linzi,
direttore artistico della Casa del Jazz - è anche stimolare
artisti consolidati verso nuove sfide misurandosi e condividendo
progetti con artisti degli altri centri''.
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