"Chissà cosa penserebbe Verdi, di
tutto quello che gli facciamo". Se lo è domandato ironicamente
il maestro Riccardo Muti, tra un'aria e l'altra
dell'applauditissimo galà verdiano diretto ieri sera nel piccolo
teatro gioiello di Busseto, dedicato al grande musicista, nel
suo paese natale. Una serata intima, trionfale, conclusa con le
ovazioni del pubblico in sala, tra cui il sottosegretario alla
Cultura Gianmarco Mazzi e l'assessore regionale Mauro Felicori,
lanciata per la salvaguardia e il recupero della residenza di
Sant'Agata (Piacenza) dove Verdi visse per oltre 50 anni.
E con il pubblico che alla fine, dopo aver ascoltato due ore
di musica chiedeva il bis, Muti ha scherzato sul Va pensiero,
ribadendo perché il coro del Nabucco non può essere, per lui,
l'inno nazionale: "Intanto perché in origine era cantata
sottovoce, poi Zaccaria alla fine dice 'ma perché sollevate al
Padreterno lamenti di femmine imbelli?'. Oggi queste parole
potrebbero creare qualche problema, vero signore?".
"Il Va pensiero - ha detto ancora - è un coro di un popolo
che è schiavo, lontano dalla sua terra. In Italia l'ignoranza è
così grave che per anni si è discusso se metterlo come inno
nazionale. Bussetani, voi avete il dovere di difendere Verdi, lo
si calpesta ogni giorno. Dovreste mettere le lettere di Verdi in
giro per il paese: 'dico a direttore d'orchestra e cantanti di
attenersi esattamente a ciò che io ho scritto'. Verdi è un
gigante, nessuno si permetterebbe di andare in un museo dicendo
'l'occhio di questo angelo non mi piace, lo aggiusto', ma perché
allora bisogna aggiustare Verdi?".
Il galà, che la sera prima si era tenuto all'Alighieri di
Ravenna, si è aperto con la sinfonia da 'La forza del destino'
da parte dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, poi seguita
da brani da Simon Boccanegra, Il Trovatore, Macbeth, Otello, Don
Carlo e i Vespri Siciliani, interpretati da Elisa Balbo, Isabel
De Paoli, Rosa Feola, Juliana Grigoryan, Vittoria Magnarello,
Luca Micheletti, Riccardo Rados, Giovanni Sebastiano Sala e
Riccardo Zanellato, con il Coro del Teatro Municipale di
Piacenza. Alla fine, applausi a scena aperta e dalla platea il
grido: "Viva Verdi, Viva Busseto, Viva Muti".
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