Successo incondizionato al Teatro
Regio di Parma per Il barbiere di Siviglia, l'opera buffa di
Gioachino Rossini che ha aperto la stagione lirica in una sala
esaurita: gli applausi agli artisti sono stati tantissimi sia a
scena aperta che al termine della rappresentazione. Merito di
uno spettacolo riuscito in ogni sua componente a partire da
quella visiva di Pier Luigi Pizzi che, seppure non nuovissima
(era stata già vista al Rossini Opera Festival del 2018) rimane
ancora un concentrato di semplicità e buon gusto: il 93enne
regista milanese ha realizzato uno spettacolo scorrevole e ricco
di gag com'era d'uso tanti anni fa, senza però mai scadere nel
kitsch o nell'avanspettacolo, ma, anzi, tale da provocare
divertimento a getto continuo. In un ambiente dove dominava il
bianco e nero, anche se non sono mancate chiazze di colore
soprattutto nei costumi, tutto si trasformava con semplicità da
un quadro all'altro e dunque la piazza di Siviglia diventava il
salotto della casa di Don Bartolo con la scatenata e giovane
compagnia di canto libera di muoversi con disinvoltura e
sicurezza vocale, ognuno superlativo nel proprio personaggio. A
partire dal protagonista, un travolgente barbiere cui ha dato
voce il basso Andrzej Filończyk (per lui tifo da stadio), il
conte d'Almaviva del tenore Maxim Mironov che ad una presenza
scenica da film hollywoodiano unisce una facilità di canto da
innato rossiniano, nei panni del conte o in quelli, travestito,
di soldato o di Don Alonso. La Rosina di Maria Kataeva è scaltra
e spregiudicata, mentre il Don Bartolo di Marco Filippo Romano è
incontenibile nei sui dinamici cambi d'umore (applauditissimo).
Si aggiungano il tonante Don Basilio di Roberto Tagliavini, la
Berta di Licia Piermatteo, il Fiorello di William Corrò e
l'esilarante Ambrogio di Armando De Cecconi. Tutti straordinari
cantanti, con le cure di Pier Luigi Pizzi si sono mostrarti
anche attori eccelsi. Il 27enne Diego Ceretta, sul podio della
Orchestra Toscanini, dal canto suo ha assecondato il ritmo del
palcoscenico con una direzione bilanciata e attenta sin dalla
celeberrima sinfonia e poi nella complicata linea vocale creata
da Rossini. Al termine entusiasmo e ovazioni per l'anziano
regista.
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