Non è una sfida ma ''un confronto entusiasmante'' tra grandi. Roberto Bolle definisce così il suo ultimo spettacolo, parlando sul palco del London Coliseum, sede dell'English National Opera, quando il sipario è gia calato. Il simbolo della danza italiana è nella capitale britannica, di ritorno dopo sei anni, per 'Kings of the Dance' (fino al 22 marzo), che come dice il titolo riunisce i cinque 're', i migliori ballerini al mondo: oltre a Bolle, il brasiliano Marcelo Gomes, e le star russe Ivan Vasiliev, Denis Matvienko e Leonid Sarafanov.
Se è vero che la danza è sempre più regno degli uomini, laddove la tensione e la rivalità fra ballerine è troppo alta, l'esibizione di questi 'mostri' internazionali in un evento che per la prima volta arriva a Londra è all'insegna di stili diversi ma che non entrano in competizione. ''Io ad esempio ho cercato di unire equilibrio e potenza - ha spiegato Bolle all'ANSA - ma anche eleganza e nobiltà, visto che si parla di 're', senza queste caratteristiche un ballerino non può raggiungere i livelli più alti, contando di sfoggiare solo la propria forza''. Tutte doti cruciali per affrontare un classico che chiede sempre moltissimo agli artisti, come 'Le Jeune homme et la Mort', di Roland Petit. ''E' una sorta di danza con la morte, con molti riferimenti sessuali - ha spiegato il ballerino - che richiede una particolare presenza scenica e che, sebbene sia stato realizzato nel 1946, ancora oggi affronta tematiche scottanti, come il suicidio e il disagio''. Ma l'uomo che in passato si è esibito davanti alla regina Elisabetta e al Papa ha proposto anche un esempio di grande modernità al pubblico inglese. Con 'Prototype' di Massimiliano Volpini, ha portato in scena una coreografia alla 'Matrix', in cui 'gioca' con un mondo virtuale, sfida il suo alter ego in uno scenario ricostruito al computer e affronta i suoi 'cloni'. ''E' uno sguardo al futuro - ha affermato Bolle - che permette di portare il digitale in teatro e giocare con gli effetti visivi''. Ma non potrebbe essere anche la metafora di ballerini sempre più 'macchine' in uno 'star system'? ''Si parte dalla costruzione di un perfetto ballerino - ha risposto - e poi via via si umanizza, è un percorso in cui si capisce come l'aspetto umano, e il cuore, siano fondamentali per un artista, sono queste caratteristiche che hanno fatto la differenza per quanto riguarda i grandi, come Nureyev o Baryshnikov''. Bolle si è esibito per le compagnie più prestigiose al mondo, fra cui l'American Ballet Theatre, il Balletto dell'Opéra di Parigi, il Balletto del Bolshoi e del Mariinskij-Kirov, il Royal Ballet, ma si sente sempre un 'ambasciatore' dell'Italia.
''Abbiamo talenti straordinari ma si fa ancora poco per promuoverli, mentre tanti teatri sono in difficoltà e altri sono costretti a chiudere''. (ANSA)
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