"Il pericolo era che tanti
venissero al Teatro greco di Siracusa per vedere Ficarra e
Picone, non una commedia di Aristofane. Quando abbiamo visto
tanti giovanissimi che ridevano, pur non avendo ancora gli
strumenti per leggere lo spettacolo nella sua veste originaria,
abbiamo capito che avevamo reso comprensibile quel testo". Agli
studenti dell'Università d'Annunzio di Chieti, accorsi nell'Aula
magna di Lettere, Salvatore Ficarra spiega l'esperienza con le
'Rane', in scena ieri e stasera al teatro Massimo di Pescara.
"Uno spettacolo 'pop' lo abbiamo definito" aggiunge Valentino
Picone, ricordando che il regista Giorgio Barberio Corsetti ha
"combinato musica, marionette, semplicità". E uno spettacolo
serio-comico sono stati gli oltre 60 minuti di dialogo con gli
universitari. "Quando abbiamo letto il testo - interviene
Ficarra - ci siamo detti 'ma all'epoca di Aristofane succedevano
cose veramente orribili: politici corrotti, politici buffoni.
Non come oggi, oggi ci siamo evoluti!"."Avete trovato differenze
tra la comicità di Aristofane e quella di oggi?" inizia il botta
e risposta tra il giovane Francesco e Salvo Ficarra che,
mantenendo fede al suo personaggio, risponde un deciso 'No'.
"Insomma, gli uomini dicono sempre le stesse cose?" incalza lo
studente con l'inarrestabile Salvo che replica "Sì!" tra il
divertimento generale. "È tragico pensare che si dicano ancora
le cose di 2500 anni fa" prosegue Ficarra accennando alla
politica dei tweet. "Aristofane se la prende con i politici che
assecondano la volontà del popolo - aggiunge Picone - tanto che
poi se la prende anche con la democrazia". A volte basterebbe
sostituire i nomi per capire la forza di Aristofane. Anche
quando si riferisce a Eschilo ed Euripide: "Magari la disputa
immaginata fra i due - aggiungono - oggi potrebbe essere tra
Baglioni e Vasco Rossi, che discutono di maglietta fina e fegato
spappolato!".
"Non ho mai visto tutta questa folla alle mie lezioni - dice
Carmine Catenacci, direttore del Dipartimento di Lettere, Arti e
Scienze Sociali (Dilass) che ha invitato i comici a Chieti -
ogni mattina i giornali dopo due ore sono già vecchi. I
classici, dopo 2500 anni, no".
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