L'ebreo polacco Simon Wiesenthal,
classe 1908, aveva 38 anni quando, nel maggio del 1945, fu
liberato dagli Alleati dal campo di sterminio di Mauthausen.
Passerà alla storia come "Il cacciatore di nazisti", l'uomo che
riuscì a risolvere più di mille casi di criminali di guerra
sfuggiti alla giustizia. "Il cacciatore di nazisti" è ora uno
spettacolo in scena al Teatro Comunale di Ferrara il 19 gennaio
alle 15 per gli studenti, il 20 alle 20,30 e il 21 alle 16,
diretto da Giorgio Gallione con Remo Girone nei panni del
protagonista.
La rappresentazione comincia nel 2003, in quello che idealmente
è l'ultimo giorno di lavoro di Wiesenthal al Centro di
documentazione ebraica da lui fondato: prima di andare in
pensione, l'uomo ripercorre per ellissi ed episodi emblematici
58 anni di inseguimento dei criminali di guerra nazisti,
responsabili della morte di più di 11 milioni di persone, di cui
6 milioni di ebrei. Wiesenthal con il suo lavoro di ricerca e
investigazione è riuscito a consegnare alla giustizia circa
1.100 criminali nazisti. Lo spettacolo di Gallione, basato sui
libri dello stesso Wiesenthal, si interroga sulla feroce
banalità del male e sulla sua genesi. Un modo per reagire a
quella che Simon Wiesenthal ricorda come la più cinica delle
armi psicologiche utilizzate dalle SS contro i prigionieri dei
Lager: "Il mondo non vi crederà". Così "Il cacciatore di
nazisti" diventa un tentativo epico e civile per combattere la
rimozione e l'oblio. "Non dimenticate mai, mi fido di voi!" è
l'esortazione che Wiesenthal scopre nel messaggio lasciato dalla
piccola Sara, protagonista di una delle tante vicende narrate
nello spettacolo, e che lui stesso rivolgerà al pubblico.
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