Come una partitura mahleriana, Il canto della terra, che suggerisce una pluralità del vivere del nostro tempo. O come "un ponte tra le arti". Il sessantottesimo Festival dei Due Mondi, dicono a modo loro la direttrice artistica della rassegna di Spoleto, Monique Veaute, e il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, conferma la sua larga visione, aperta al dialogo multidisciplinare, con un cartellone eterogeneo che spazia tra composizioni artistiche che viaggiano dalla musica alla pittura, dal teatro alla danza, alle perfomance, drammi e romanzi. Sessanta spettacoli e settecento artisti provenienti da tredici paesi, tra cui William Kentrige, Ersan Mondtag, Robert Mappelthorpe, Clement Cogitore saranno in scena dal 27 giugno al 13 luglio per la sessantottesima edizione del festival. Con una proposta che vedrà interpretare testi di Yourcenar e Calvino, Max Aub, Simenon e Maupassant. Tra spettacoli e concerti, si vedranno tra i tantissimi anche Ersan Mondtag e i Berliner Ensamble, Alessandro Baricco, Stefano Bollani, Enrico Rava, Luca Marinelli, Federico Tiezzi, Sandro Lombardi, Massimo Popolizio e Umberto Orsini, i musicisti dell'accademia nazionale di Santa Cecilia e la Budapest Festival Orchestra che chiuderà il festival, per il tradizionale Concerto finale in Piazza Duomo, nella formazione "large" per eseguire la Quinta Sinfonia di Mahler. Il Festival si apre invece con l'opera Hadrian, tratta dal testo della Yourcenar, del compositore newyorkese Rufus Wainwright, "una star che è una sorta di Elton John" lo presenta Veaute, con le immagini di Robert Mapplethorpe. Poi c'è il teatro musicale con lo spettacolo multidimensionale (The Great Yes the Great No) di William Kentridge; Ersan Mondtag e il Berliner Ensemble mettono in scena Woyzeck di Georg Büchner; Alessandro Baricco rivisita Novecento con Bollani e Rava. C'è la violoncellista Sonia Wieder-Atherton con l'artista visivo e regista d'opera Clément Cogitore. Raddoppiano i concerti da camera, arrivano il Quartetto d'archi e l'Ensemble di percussioni del Teatro alla Scala, debutta il cinese Amber Quartet, arriva la regina del sitar Anouska Shankar ed è attesissimo il pianista giapponese rivelazione Hayato Sumino. E danzeranno sull'acqua i danzatori della coreografa andalusa Blanca Li che torna al Festival con Didone ed Enea di Henry Purcell.
E c'è il teatro con la sua dimensione letteraria con Luca Marinelli nella doppia veste di regista e attore per interpretare le Cosmicomiche di Italo Calvino. Federico Tiezzi e Sandro Lombardi riportano in scena Edipus di Giovanni Testori.
Massimo Popolizio presenta la sua nuova regia in prima assoluta interpretata da Umberto Orsini con una collezione di testi ispirati a efferati assassini letterari. Dalla lettura del romanzo di Giovanni Grasso L'amore non lo vede nessuno parte Piero Maccarinelli , impegnato in una nuova regia e la compagnia #SIneNOmine presenta il nuovo spettacolo nato dal laboratorio nella Casa di Reclusione di Spoleto.
In festival, ha commentato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, sarà "un ponte tra le arti, un solido banco di prova per miscelare tradizione e innovazione, per tributare lodi al passato forgiando meglio il futuro". Il ministro promette il suo sostegno: "È mio intendimento investire con sempre maggior determinazione" nella Fondazione che organizza Festival di Spoleto "convinto del suo elevatissimo valore, con l'intento di riportarla all'altezza del suo prestigio, di mantenerla in altissima quota e di garantire un ancora più luminoso futuro".
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