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Donne e Risorgimento, la 'Domenica con' di Rai Storia

Donne e Risorgimento, la 'Domenica con' di Rai Storia

Walter Barberis: "Tutt'altro che marginali in momento cruciale"

ROMA, 12 marzo 2022, 19:52

Redazione ANSA

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Walter Barberis - RIPRODUZIONE RISERVATA

Walter Barberis - RIPRODUZIONE RISERVATA
Walter Barberis - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si chiamava Rosa Montmasson, stiratrice e lavandaia. Fino a quando - complice l'amore - diventò una dei Mille di Garibaldi, l'unica a esserlo ufficialmente. Una delle storie di donne del nostro Risorgimento alle quali Walter Barberis - docente di Storia Moderna all'università di Torino e presidente della Giulio Einaudi Editore - rende omaggio nel palinsesto della sua 'Domenica Con', lo spazio curato da Giovanni Paolo Fontana ed Enrico Salvatori, in onda domani dalle 14 alle 24 su Rai Storia. "La partecipazione femminile a tutti i grandi episodi del Risorgimento - dice Barberis - non fu affatto limitata e periferica: ci furono donne del popolo, dell'aristocrazia e della borghesia che si distinsero e sono radicate nella memoria. Come Anita Garibaldi, Rosa Montasson, la 'carbonara' Cristina di Belgioso o l'inglese Jessie White, la 'corrispondente di guerra' di Garibaldi, di cui Carducci scrisse: 'Abbiamo avuto uno scrittore sociale, capace di restituirci le idee della democrazia. Era una donna ed era inglese'". Barberis sfoglia il palinsesto di Rai Storia - tra documentari e speciali - dallo Statuto Albertino all'unificazione dell'Italia, anche attraverso l'arte, la letteratura e i ritratti di personaggi come Cavour, Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele II, Cattaneo. Nomi diventati sinonimo di Risorgimento, una spinta verso l'Italia unita, nata a Torino con i Savoia. Ma sarebbe sbagliato, dice Barberis, considerarla "esclusiva" della dinastia: "In realtà, arrivarono molto tardi a considerare come obiettivo l'unificazione italiana. È vero, però, che Torino fu il luogo di incubazione di idee e associazioni all'origine del movimento per l'Unità. Questo fece sì che, in giro per l'Italia, intellettuali, artisti, giuristi che avevano a cuore un sentimento di indipendenza e in mente idee di libertà, si raccolsero a Torino. Torino divenne la cosiddetta 'Mecca d'Italia' dove si associarono, fondarono giornali e riviste. Così, in città, furono attive più di 30 tipografie, dal 1848 fino alla fine degli anni '50". Non manca il Risorgimento al cinema con due classici: '1860' di Alessandro Blasetti, alle 16.40, e 'Senso' di Luchino Visconti, in prima serata, preceduto dal nostro inno nazionale ("ma i Savoia porteranno come inno nazionale la Marcia Reale fino al 1946") nell'interpretazione di Frida Bollani per le celebrazioni del 2021. La 'Domenica Con' di Barberis si chiude con un ricordo legato al centenario dell'Unità italiana e all'Esposizione di Italia '61 a Torino: "Ero alle elementari - conclude - e tutto l'anno abbiamo cantato le canzoni del Risorgimento, tutti i giorni abbiamo usato la coccarda tricolore, tutto l'anno ci siamo addestrati per sfilare in una Torino che stava preparando una grande Esposizione. Abbiamo collezionato figurine su album che riproponevano tutti i personaggi principali del Risorgimento, le battaglie e, uno specifico, per Garibaldi e i Mille".

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