Olivia Colman nei panni di uno dei personaggi più iconici (nel bene e nel male) e disperati del mondo di Dickens, Miss Havisham, la donna che traumatizzata dalla sua esperienza di amore tradito, cerca di vendicarsi degli uomini attraverso la figlia adottiva Estella (Shalom Brune-Franklin), ma qui riletta con uno sguardo più attuale e provocatorio. E' uno degli elementi più forti di Great Expectations (Grandi Speranze), la nuova trasposizione diretta da Steven Knight (Peaky Blinders), con la coproduzione esecutiva di Ridley Scott, di uno dei capolavori dello scrittore inglese.
La miniserie in sei episodi al debutto su Disney+ dal 28 giugno, con un cast che comprende Fionn Whitehead nel ruolo del protagonista Pip, Ashley Thomas, Johnny Harris, Hayley Squires, Owen McDonnell, Trystan Gravelle, Tom Sweet, Chloe Lea e Matt Berry, ha diviso i critici, soprattutto per l'introduzione da parte del regista di diverse traiettorie per i personaggi rispetto al libro.
Tra le scelte più discusse quella di aver reso Miss Havisham dipendente dall'oppio e aver introdotto in particolare una scena che evoca una dinamica sadomaso dominatrice/sottomesso, fra la violenta sorella di Pip, Sara Gargery (Squires) e Mr.
Pumblechook (Berry) lo zio di suo marito Joe (McDonnell). Knight nel rispondere alle polemiche, dopo la messa in onda da marzo sulla Bbc e Fx, ha spiegato che "non potevi scrivere di certe cose ai tempi di Dickens. Certi elementi di sessualità, crimine, disobbedienza contro la corona e lo stato. Quello che ho provato a fare è stato immaginare se Dickens stesse scrivendo la storia ora e avesse la libertà di andare in quei posti più oscuri, cosa farebbe? Se fosse stato libero di scrivere le cose che stavano succedendo di cui non gli era permesso scrivere". Il regista, alla vigilia del debutto, nella conferenza stampa internazionale in streaming, ha sottolineato che "quando scrivi un adattamento devi camminare su una corda tesa, e penso di aver camminato su quella corda in un modo che renda giustizia allo spirito della storia e allo stesso tempo rifletta forse il modo in cui le cose sono cambiate da allora".
Nell'ossatura la storia, almeno fino al capitolo finale, rimane essenzialmente quella della formazione di "Pip" (Whitehead), un orfano la cui vita viene cambiata per sempre da tre incontri fondamentali: quello con Magwitch (Harris) un detenuto evaso che Pip aiuta; la vendicativa Miss Havisham (Colman), e la sua figlia adottiva Estella (Brune-Franklin), istruita dalla donna, per ferire ogni uomo che incontri. Un destino al quale sembra andare incontro Pip, quando si innamora della ragazza. Knight, anche in questo caso, nell'ultimo capitolo stravolge le carte, rileggendo la vicenda nell'ottica dell'indipendenza e della forza femminile. Pur essendo cosciente che qualcuno possa considerare Miss Havisham come un personaggio femminista ante litteram, Olivia Colman sottolinea di vederla in modo diverso: "La mia idea di femminismo è l'uguaglianza, non l'odio". Certo "in un certo senso, Miss Havisham era in anticipo sui tempi essendo determinata a non aver bisogno degli uomini, ma permette anche agli uomini di farle del male. Ha degli aspetti che ti fanno provare simpatia per lei, ma è anche spaventosa, non credo possa corrispondere a un ritratto che le femministe considerino lusinghiero. Oltretutto conosco anche molti uomini che sono femministi, per me femminismo vuol dire uguaglianza, premura e cura".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA