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Malaparte. Morte come me, la storia

Malaparte. Morte come me, la storia

Il romanzo di Monaldi&Sorti traccia uno spaccato dell'epoca

ROMA, 14 aprile 2017, 11:58

Patrizia Vacalebri

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    MONALDI&SORTI, MALAPARTE. MORTE COME ME (Baldini & Castoldi, pp 494, euro 18) - Curzio Malaparte, controverso scrittore toscano noto per il romanzo 'La pelle' e per i suoi stretti rapporti con il fascismo, vengono raccontati immergendosi in uno spaccato dell'epoca, che riporta a feste, camice nere, SS, amori e conversioni, in un intreccio romanzato dai due autori Monaldi&Soldi, che viene commentato a Villa Laetizia, bianca dimora-gioiello del periodo fascista situata sul Lungotevere, da Walter Veltroni e Lucio Villari. Letture di Lunetta Savino. "Il romanzo - suggerisce Veltroni - ha una collocazione secondo me geniale. È una collocazione temporale: l'estate del '39, momento letterariamente e storicamente molto affascinante, perché è il giorno prima della notte, l'ultimo momento di felicità vissuto prima che la guerra cominciasse, ed è una festa a Capri. La festa come luogo simbolico dello sfarinamento di un sistema, di una civiltà. Ci sono due grandi precedenti che mi vengono in mente, più cinematografici che letterari. Il libro infatti ha una scrittura e una struttura pronta per una trascrizione in immagini".

   
    "Malaparte, ma perché Mussolini ce l'ha tanto con lei? chiede nel romanzo allo scrittore una sciccosissima miliardaria americana vestita di seta e ricoperta di gioielli. Il romanziere toscano, nato a Prato, nonostante il nome Curzio Malaparte sia lo pseudonimo di Kurt Erich Suckert, spiega alla signora curiosa che nel 1924, dopo l'assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, la dittatura sembrava aver cominciato il declino. In quella circostanza aveva chiesto le dimissioni del capo del Governo: convocato dal Duce a Palazzo Venezia, lo aveva salutato esclamando "Ai suoi ordini e ai suoi disordini, Eccellenza".
    Mussolini non gli perdonò questa battuta ironica. E' questo l'incipit DI "Malaparte. Morte come me" una storia ricca di colpi di scena e vicende storiche romanzate. I due scrittori che vivono a Vienna e hanno conquistato le classifiche internazionali con i loro gialli storici, come Imprimatur e Secretum, stavolta s'immergono negli anni del fascismo, ma nel periodo più glamour, tra feste e ricevimenti nelle ville capresi dove s'incontrano camicie nere, ufficiali delle SS, come Eugen Dollmann che non maschera le sue preferenze sessuali, il principe tedesco Filippo d'Assia, confidente di Hitler e marito di Mafalda di Savoia, noti playboy, artisti e signore bellissime. Malaparte, grazie all'intermediazione dell'amico e genero del Duce, Galeazzo Ciano, aveva acquistato un terreno a picco sul mare di Capri dove fece costruire la splendida villa rossa che battezzerà Casa come me. Progettata dallo stesso scrittore, la dimora verrà considerata un capolavoro del razionalismo italiano. Una storia che avverte l'imminente guerra mondiale. Protagonisti Mussolini, Lenin, Matteotti, il medico e scrittore svedese Axel Munthe, il drammaturgo Nol Peirce Coward, Edda Ciano e Richard Reynolds, segretario della Fabian Society, padre della giovane poetessa Pamela, precipitata da una scogliera il 27 maggio del 1935 dopo aver avuto un incontro con il fascinoso Curzio, gran seduttore. Il maestro dello stile satirico e grottesco (di cui Adelphi sta ripubblicando le opere), quattro anni dopo la scomparsa della fanciulla, sarà individuato come il suo assassino: dopo la notifica dell'accusa da parte di due esponenti dell'Ovra, Malaparte decide così di darsi alla macchia e di far luce sul caso aiutato da un giornalista americano, Percy Winner, futuro capo dello spionaggio militare Usa in Europa. L'incriminazione si presenta come un escamotage per incastrare l'intellettuale che è sempre stato un intoccabile del regime per via della sua fama. Teorico di Strapaese, il movimento che esaltava l'Italia rurale, orgogliosa dei suoi valori arcaici, era stato il padre culturale del fascismo delle origini. Il romanzo, candidato al premio Strega 2017, ripercorre l'esistenza dell'autore di Kaputt e de La pelle fin da quando, sedicenne, decise di partire volontario per il fronte. Novello Hemingway, subito dopo il primo conflitto mondiale, tentò di pubblicare Viva Caporetto! che denunciava nei corrotti ambienti della capitale italiana il nuovo nemico da combattere. Lo editerà a sue spese e glielo sequestreranno per vilipendio alle forze armate. Monaldi&Sorti arrivano poi agli ultimi anni di vita di Malaparte e alla conversione al cattolicesimo poco prima della sua scomparsa. Il racconto, collocando la figura del narratore nel cuore di un intrigo internazionale, ci fa venire voglia di cimentarci con le sue opere e ci conduce tra scenari e ambienti dimenticati.
   

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