Lo sciopero di Cgil e Uil è ormai alle spalle, chiuso con un enorme successo per i sindacati, con un flop per il governo, che oggi rende noto il dato di adesione nel pubblico impiego fermo, secondo il dipartimento della Funzione pubblica, al 5,5%.
Eppure il braccio di ferro tra le parti continua a distanza, con protagonisti il ministro dei Trasporti Matteo Salvini da una parte e il leader della Cgil Maurizio Landini dall'altra. Il vicepremier già conta le prossime agitazioni programmate per dicembre, 15, e - più che soddisfatto delle ultime mosse - annuncia che non resterà di certo a guardare: interverrà, come fatto con la precettazione sul trasporto pubblico, "per aiutare i cittadini". Salvini punta il dito in particolare sullo sciopero del 13 dicembre, un altro stop generale proclamato però dai sindacati di base, non dalle confederazioni generali, "guarda caso un altro venerdì - ironizza - e a pochi giorni dal Natale".
Sul fronte opposto anche Landini però non molla la presa. Anzi, approfittando della partecipazione raccolta nelle piazze, alza ancora i toni della sfida, parlando di ingiustizie, di democrazia e di libertà. Lo fa al convegno delle Acli, dove il tema principale è la pace, ma dove è impossibile non tornare sulla mobilitazione e sulla parola "rivolta", contro cui proprio Salvini si è scagliato anche alla luce della protesta di Torino e dei fatti di Corvetto.
"Quando sono stato a Palazzo Chigi per la legge di bilancio ho regalato alla presidente del Consiglio 'L'uomo in rivolta' di Albert Camus. - ricorda il sindacalista - Il senso di quel libro sta nel rimettere al centro la libertà delle persone. Se la persona non si rivolta di fronte alle ingiustizie non esiste come persona, perché viene cancellato. Io l'ho pensata così", ha spiegato Landini. Il quadro è per lui chiaro: "la messa in discussione della democrazia non la danno le persone che scendono in piazza per difendere i propri diritti, ma chi in Parlamento sta tentando di far passare un decreto che chiama sicurezza ma riduce le libertà e gli spazi delle persone".
Spalleggiato dall'opposizione, che con Avs parla di "accuse offensive" della destra ai lavoratori in sciopero e che con il Pd fa notare che i treni sono in ritardo anche oggi senza alcuno sciopero, il segretario della Cgil rivendica quindi il ruolo del sindacato come aggregatore e come rappresentante delle istanze sociali contro l'individualismo e l'indifferenza e contro un governo che sta agendo proprio "per mettere in discussione le organizzazioni sociali di rappresentanza e per governare senza mediare". Ad evidenziare il ruolo del sindacato è peraltro anche il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra, che però dallo sciopero si è tirato fuori. Anche il suo è un appello alla partecipazione, ma interpretata come collaborazione, "chiave per la coesione e l'innovazione sociale" e "strumento vero per lasciarsi alle spalle definitivamente un novecento caratterizzato dall'antagonismo e dalla conflittualità tra capitale e lavoro".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA