Sono circa 404mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di febbraio e quasi 1,4 milioni quelle per il trimestre febbraio-aprile; -4mila rispetto a febbraio 2024 (-1,0%) e +81mila invece per il trimestre (+6,1%). In crescita le imprese dei servizi (+0,5% nel mese), in frenata il manifatturiero e le costruzioni (-4,2% e -3,7% rispettivamente al confronto con 12 mesi fa). Si mantiene elevata la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese che coinvolge a febbraio il 47,9% delle assunzioni programmate.
A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall'Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali per il mese di febbraio.
L'industria nel suo complesso programma quasi 127mila entrate nel mese e circa 380mila nel trimestre, con una flessione rispetto a un anno fa sia nel mese (-4,0% rispetto allo scorso febbraio), sia nel trimestre (-2,7%). A febbraio, il manifatturiero è alla ricerca di quasi 79mila lavoratori (-4,2%) e circa 238mila nel trimestre (-2,8% rispetto allo scorso anno), mentre il comparto delle costruzioni programma per il mese oltre 48mila entrate (-3,7%) e a circa 141mila nel trimestre (-2,5%).
Bene, invece, i servizi che programmano oltre 277mila entrate nel mese (+0,5%) e oltre 1 milione nel trimestre (+9,9%). A creare maggiori opportunità di lavoro è il commercio con circa 75mila assunzioni programmate nel mese (+24,6%) e oltre 257mila nel trimestre (+36,1%).
A febbraio sono difficili da reperire 193mila profili professionali pari al 47,9% del totale assunzioni programmate soprattutto a causa della mancanza di candidati (30,0%), seguita dalla preparazione inadeguata (14,7%). A risentire maggiormente del mismatch sono le imprese delle costruzioni (63,8% dei profili ricercati è di difficile reperimento), le imprese della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (61,8%), le industrie tessili, abbigliamento e calzature (56,5%), le industrie del legno e del mobile (56,2%) e le imprese della meccatronica (55,9%).
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