"Serve un piano industriale per il nostro Paese lo abbiamo chiesto al governo. Dobbiamo diventare più competitivi e trasformarci per i settori che sono maturi. Abbiamo un pezzo di digitale su cui crescere e l'energia è un tema di competitività fondamentale anche all'interno dell'Europa. Abbiamo una spesa maggiore del 38% verso la Germania, del 78% verso la Francia con un costo di 158 euro a megawattora".
Lo ha ribadito il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, dalla trasmissione In Mezz'Ora su Rai3.
Parlando del referendum Orsini ha aggiunto: "E' un ritorno al passato. Sui temi del lavoro non possiamo pensare di tornare a parlare di questo. A noi oggi mancano 100mila persone nel mondo del lavoro. Oggi parlare di Jobs act vuol dire fare un salto nel passato". Ma quali sono i problemi allora? "Numero uno è l'energia. - ribadisce Orsini - Nel dl bollette qualche impresa è rimasta fuori. Bisogna disaccoppiare le rinnovabili, l'idroelettrico e l'energia del Gse deve avere contratti a lungo termine. Il costo dell'energia è fuori controllo".
Sui dazi Orsini ha spiegato che: " All'industria italiana, con 626 miliardi di esportazioni e 100 miliardi di surplus ovviamente la guerra dei dazi non fa piacere, genera incertezza. Per l'industria il primo punto di approdo delle merci sono proprio gli Stati Uniti con scambi per 41 miliardi". "Per noi - ha aggiunto - l'incertezza è un problema, veniamo da 25 mesi di calo della produttività. Dobbiamo correre sul Mercosur, l'America latina, l'India, gli Emirati e l'Arabia saudita per compendìsare".
E le merci cinesi a basso costo che rischiano di arrivare in Europa? "Oggi l'Europa ha un saldo positivo di 89 miliardi, sulla Cina invece il saldo è negativo. Ci sarà certo un percorso per spedire dalla Cina all' Italia. Ma c'è anche tema responsabilità sociale. Non possiamo pensare di assorbire prodotti a basso costo, cosa che per noi sarebbe anche un problema competitivo".
Infine sui salari e la necessità di recuperare potere d'acquisto Orsini ha aggiunto: "si puo' fare sempre meglio, ma anche fare la media del pollo, come si dice in Emilia, non funziona perchè noi su 22 milioni di lavoratori ne rappresentiamo 5,3 milioni". "Sul manifatturiero - ha ricordato - l'Italia è crescita in proporzione come è cresciuta la Spagna, la Francia e la Germania incrementando negli ultimi 20 anni il 20%, l'Italia, di produzione mentre gli altri il 40%. Quindi dobbiamo bloccare i contratti pirata da subito, incentivare i contratti di produttività che non vuol dire, lo dico per i sindacati perchè a noi serve un sindacato unito per fare ragionamenti e oggi non lo abbiamo, costruire un percorso dove si parla di produttività. Non vuol dire fare correre le persone a doppia velocità ma avere un sitema Paese dove le imprese investono in nuove tecnologie e il sistema Paese c'è, penso alla logistica".
Sul prossimo incontro a palazzo Chigi sulla sicurezza infine Orsini ha detto: "Siamo pronti. Il primo capitolo per me è sin dall'insediamento la sicurezza sul lavoro. Dobbiamo fare formazione e prevenzione per aiutare subappaltatori e imprese. Serve un sistema di regole con al centro la formazione. Abbiamo un avanzo di 3 miliardi nell'Inail da investire. Parlare a incidenti avvenuti non è la via".
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