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Braccio di ferro nel governo Spagna su Irpef su salario minimo

Braccio di ferro nel governo Spagna su Irpef su salario minimo

Vicepremier Diaz, non di sinistra far pagare tasse a più deboli

MADRID, 17 febbraio 2025, 14:05

Redazione ANSA

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Non si placa la polemica interna al governo progressista spagnolo sull'imposizione dell'Irpef sul salario minimo interprofessionale (Smi), elevato a 1.184 euro al mese, che vede su posizioni contrapposte la prima vicepremier con delega alle Finanze, la socialista Maria Jesus Montero, favorevole alla tassazione, e contraria la vicepremier seconda con delega al Lavoro, Yolanda Diaz, della confluenza di sinistra Sumar. Diaz ha accusato oggi Montero di "provocare confusione", per aver sostenuto che il Smi, aumentato dal governo del 61% dal 2018, passando da 735 euro a 1.184 euro al mese, ha raggiunto una quantità tale da non dover più essere esente dall'Irpef. "Questo non è giusto, non è di sinistra né è progressivo come dice la Costituzione", ha detto la Diaz in dichiarazioni a Rtve. "Non è di sinistra abbassare le tasse alle compagnie energetiche", ha aggiunto riferendosi alla mancata proroga della tassa sugli extra profitti, bocciata dal Parlamento per mancanza di appoggi. Il gruppo parlamentare di Sumar ha presentato la scorsa settimana al Congresso spagnolo un'iniziativa di legge perché il Smi sia esente dall'Irpef, in contemporanea ad altre due iniziative nello stesso senso presentate da Podemos e dal consercatore Partito Popolare. Tuttavia, Yolanda Diaz ha lasciato la porta aperta al negoziato con gli alleati socialisti: "Mi piacerebbe raggiungere un accordo all'interno del governo, questo è legittimo", ha insistito. "Non vado mai a negoziati dicendo che non mi sposterò di una virgola", ha aggiunto. Tuttavia, dopo la direzione socialista convocata oggi da Pedro Sanchez, fonti socialiste citate da El Pais segnalano che la decisione di imporre l'Irpef al Smi "è presa" e che "non è prevista un'altra opzione". Secondo le stime del ministero di Finanze, la mancata contribuzione dell'Irpef sul Smi sottrarrebbe alle casse pubbliche 2 miliardi di euro, una partita simile a quella destinata ogni anno alle borse di studio da parte del ministero di Educazione.

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