(di Gabriele Santoro)
Autobus che passano senza regolarità,
tempi di attesa della metro troppo lunghi, pochi presidi di
sicurezza, scale mobili e tapis roulant rotti e anche
illuminazione carente: tra il 2021 e il 2023 Atac, l'azienda del
trasporto pubblico di Roma, avrebbe "sistematicamente disatteso"
i suoi obiettivi e per questo l'Antitrust ha deciso di accendere
un faro. Una istruttoria sulla qualità e la quantità dei servizi
erogata per "possibile pratica commerciale scorretta". In
sostanza, la domanda che l'Autorità si pone è se i cittadini
romani abbiano avuto dal loro trasporto pubblico quanto previsto
dal Contratto di servizio e dalla Carta della qualità, in quel
triennio a cavallo tra la vecchia amministrazione Raggi e quella
di Roberto Gualtieri, che si è insediato a ottobre 2021.
Ma il Campidoglio non ci sta: "È davvero paradossale - la
nota che arriva in serata dall'assessore alla Mobilità Eugenio
Patanè - che l'Antitrust anziché seguire il netto ed evidente
miglioramento della situazione vada oggi ad aprire un'indagine
su un periodo critico in cui il xoncordato preventivo e
l'immobilismo delle amministrazione precedenti avevano imposto
all'azienda di fermare alcuni servizi a causa dell'assenza di
investimenti, manutenzioni e revisioni degli asset del trasporto
pubblico".
Sempre secondo l'Antitrust, Atac non sembrerebbe inoltre
avere assunto nel periodo preso in esame "misure correttive
adeguate", né avrebbe pensato a risarcire i pendolari dei
potenziali disagi. L'azienda, che ieri si è vista arrivare in
sede gli ispettori accompagnati dalla Finanza, si è comunque
subito detta pronta a collaborare "con totale trasparenza",
riconoscendo anche le criticità passate. La prima è "il
prolungato deficit di investimenti delle amministrazioni
precedenti". La seconda è il riferimento a "condizioni
influenzate dai numerosi cantieri approntati in preparazione al
Giubileo". I mille lavori pubblici in vista dell'Anno Santo,
insomma, avrebbero rallentato i trasporti locali della Capitale.
Un accenno al Giubileo che in realtà non è nuovo, dato che
appare anche nel bilancio 2023 dell'Azienda - il primo in attivo
dopo anni, di circa 10 milioni - lì dove si riconosce che il
servizio di superficie offerto (88 milioni circa di vetture/km)
è risultato inferiore rispetto a quello del precedente anno del
3,8%, una "riduzione condizionata prevalentemente dai lavori di
manutenzione della rete tranviaria e filoviaria e dall'apertura,
nell'ultimo quadrimestre, di numerosi cantieri relativi a lavori
per il Giubileo con un forte impatto sulle condizioni di
viabilità e, conseguentemente, sui tempi di percorrenza". Tra il
2022 e il 2023 si è riscontrato anche un calo di produzione
chilometrica delle metro (circa 41 milioni di vetture/km, -6,9%)
"imputabile prevalentemente ai lavori di manutenzione
straordinaria dell'armamento della linea A, che ne ha
determinato la chiusura anticipata alle 21".
"Non si facevano manutenzioni da decenni - ha ribadito
infatti in serata Patanè - non veniva sostituito l'armamento
della metro da 40 anni e quello dei tram da 20; non venivano
fatti investimenti per acquistare nuovi mezzi. Stesso discorso
per quanto riguarda la flotta bus, quasi totalmente rinnovata
con l'acquisto, che si concluderà nel 2026, di 1100 autobus
nuovi e per gli impianti di traslazione: al nostro arrivo solo
il 67% erano attivi e funzionanti ora siamo arrivati al 95%".
"Ci preme sottolineare infine - conclude - che Roma Capitale ha
141 milioni di km/vettura all'anno affidati in house ad Atac, ma
ha anche quasi 36 milioni di km/vettura messi a gara. Appare
dunque singolare che si accenda un faro soltanto sull'attività
dell'azienda in house e non sullo stato complessivo del
trasporto pubblico" di Roma.
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