Un sit-in davanti all'Inps e uffici
dei servizi sociali monitorati dalle forze dell'ordine:
all'indomani della sospensione del reddito di cittadinanza, a
Napoli, per 21.500 persone (quasi 37mila in tutta la Campania)
la protesta di chi non si rassegna alla perdita del sussidio non
è sfociata, come pure si temeva, nell'assalto ai Comuni e in
manifestazioni violente.
Solo a Terrasini, in Sicilia, un episodio che ha comportato
l'intervento delle forze dell'ordine: dopo avere saputo di aver
perso il reddito, un uomo ha fatto irruzione nella stanza del
sindaco cospargendola di benzina e minacciando di appiccare il
fuoco. Alla fine il presidente del consiglio comunale è riuscito
a far desistere il disoccupato dal gesto e l'uomo, un
sessantenne, è stato preso in consegna dai carabinieri e dal
118.
A Napoli, una cinquantina le persone che hanno partecipato al
presidio in via De Gasperi, davanti alla sede Inps. "Siamo in
piazza per la sopravvivenza", ha detto Giuliano Granato, di
Potere al Popolo, che ha organizzato il sit-in insieme all'Usb.
Il direttore dell'ufficio Inps (per utenza il secondo d'Italia),
Roberto Bafundi, ha ricevuto una delegazione dei manifestanti
hai quali ha ribadito che l'ente non intende lasciare solo
nessuno. Due le strade percorribili: per i fragili, quella della
presa in carico da parte dei servizi socio-sanitari e, per gli
'occupabili', quella del Supporto per la Formazione e il Lavoro,
che riceveranno 350 euro. Il problema, spiega Granato, che ha
partecipato all'incontro, è che "dal momento dell'iscrizione al
corso di formazione a quello dell'attivazione possono passare
settimane. Ma se i soldi arrivano il primo settembre o il 30, o
a ottobre, per le persone cambia tanto, perché se tu hai vissuto
di reddito di cittadinanza e per 60 giorni non hai un euro come
vivi?". I manifestanti chiedono dunque che l'erogazione parta
dal momento dell'iscrizione alla formazione "perché questi soldi
devono arrivare il prima possibile altrimenti le persone non
sanno come sopravvivere".
Sul versante dei servizi sociali, non si sono registrati a
Napoli problemi o situazioni di criticità negli uffici,
monitorati dalla polizia municipale e dalle forze dell'ordine.
"Segno che la nostra campagna di comunicazione, avviata nei
giorni scorsi, ha funzionato", dice all'ANSA l'assessore al
Welfare Luca Trapanese. In altre parti del Paese si registrano
sporadici affollamenti, ad esempio a Taranto, ma non criticità
particolari. "La confusione in questi giorni - dice Gilda
Panico, presidente dell'ordine degli assistenti sociali in
Campania - è dovuta all'sms dell'Inps, che spinto i cittadini ad
andare nei Comuni, che però in questo momento non possono dare
risposte". Anche il governatore della Campania, Vincenzo De
Luca, critica il modo in cui i cittadini hanno saputo di aver
perso il reddito: "credo che sia stato un intervento sbagliato
da parte del Governo, inviare un sms per informare decine di
migliaia di persone che da inizio agosto non avranno un aiuto, è
un trauma sociale che avremmo dovuto fare di tutto per evitare".
Secondo De Luca, "ora dobbiamo lavorare in due direzioni: la
solidarietà, innanzitutto, per la povera gente vera, e poi anche
la trasparenza, provare a correggere anche alcune distorsioni
registrate in questi anni, parlo di fenomeni speculativi, di
parassitari che vanno cancellati".
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