"Immediato divieto di importazione di
concentrato di pomodoro dalla Cina, o quanto meno dalla regione
dello Xinjiang, a tutela dei produttori seri italiani di
pomodoro, di fronte alla concorrenza sleale dei produttori
cinesi" dice Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di
Filiera Italia nel sottolineare che "bisogna evitare che anche
sui mercati esteri il pomodoro cinese spacciato per italiano
tolga spazio al vero Made in Italy".
"A differenza di quanto accade in Cina - prosegue Scordamaglia -
in Italia agricoltori e trasformatori seguono disciplinari
rigorosi e sono sottoposti a controlli che garantiscono
trasparenza, sicurezza e qualità al consumatore finale. Allo
stesso modo le nostre aziende sostengono costi e investimenti in
sostenibilità che in Cina non sono neanche presi in
considerazione. Per non parlare della questione etica del
genocidio degli Uigiuri che é stato di recente riconosciuto
anche dal parlamento europeo".
"Sempre più in Europa le multinazionali e i grandi gruppi di
acquisto stanno aumentando l'importazione di pomodoro cinese,
ingolositi da un prezzo che alla fonte è quasi la metà di quello
italiano - dice l'amministratore delegato - Di fronte a questo
chiaro dumping si chiede che il mondo produttivo del pomodoro
italiano si muova compatto a difesa della propria filiera,
chiedendo una limitazione o addirittura il blocco dell'import
cinese, così come hanno fatto Usa, Inghilterra e Canada".
Filiera Italia, che rappresenta alcuni dei più importanti
player del settore conserviero, oltre ai produttori di
Coldiretti, si sta muovendo per sostenere la filiera italiana e
su questo continuerà a chiedere l'immediata chiusura alle
importazioni di concentrato cinese e l'irrigidimento dei
controlli sul sistema in passato abusato del perfezionamento
attivo oltre che una etichettatura di origine che riguardi tutti
i prodotti derivati dal pomodoro. "Auspichiamo che questa
richiesta sia fatta propria da tutte le rappresentanze della
filiera del pomodoro italiano senza continuare a difendere
l'indifendibile" conclude Scordamaglia.
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