(di Igor Greganti e Francesca Brunati)
Con il deposito di nuovi atti dei
pm di Milano, nella causa civile intentata da un gruppo di soci
di minoranza contro Visibilia Editore, sono emersi elementi che
aggravano sul fronte penale sia la posizione dei vecchi
amministratori, tra cui la ministra Daniela Santanchè che ha
fondato il gruppo, che quella dei nuovi che hanno affiancato
nell'ultimo anno Luca Giuseppe Reale Ruffino, morto suicida il 5
agosto.
Da un documento firmato dall'aggiunto Laura Pedio e dal pm
Maria Gravina, da un'annotazione della Gdf e dagli accertamenti
dell'Inps, risulta che, oltre ad un caso già noto, un altro
dipendente lavorava "su incarico della società", malgrado
Visibilia avesse chiesto e ottenuto per lui la cassa
integrazione Covid "a zero ore". Il faro degli inquirenti, poi,
come si legge negli atti, è puntato su altri sette dipendenti
(sei dei quali di Visibilia Concessionaria) che hanno usufruito
della Cig. Nel fascicolo con l'ipotesi di truffa ai danni dello
Stato - uno dei tanti aperti nell'affaire Visibilia - i pm
stanno verificando quale cassa sia stata applicata, tra il 2020
e il 2022, e se anche gli altri sette o più fossero al lavoro
quando la società incassava "l'ammortizzatore sociale".
"L'azienda - ha messo a verbale Federica Bottiglione, il cui
caso era venuto a galla - non aveva comunicato nulla ai singoli
dipendenti e io stessa ne ho avuto contezza quando ho ricevuto
le prime buste paga relative al primo semestre 2020, il 31
luglio 2020, nonostante abbia continuato a svolgere la normala
attività lavorativa". E ha aggiunto: "C'era incertezza sui
dipendenti coinvolti dalla misura e sulla decorrenza del
termine". Bottiglione, scrivono i pm, ha allegato trascrizioni
di "conversazioni" con Francesco Maggioni, altro dipendente,
Paolo Giuseppe Concordia, responsabile tesoreria del gruppo
Visibilia, e Dimitri Kunz d'Asburgo, compagno della parlamentare
di Fdi, "dalle quali emerge" che anche Maggioni aveva "percepito
la Cassa integrazione a zero ore", malgrado lavorasse. Dai
messaggi, scrivono i pm, "traspare la consapevolezza, da parte
dei responsabili di Visibilia Editore, delle irregolarità della
condotta societaria".
Il 6 settembre, poi, l'Ufficio di vigilanza ispettiva
dell'Inps ha comunicato che "non risultano regolarizzazioni"
sulla Cig. Allo stesso tempo, una nuova relazione del consulente
dei pm, il professore Nicola Pecchiari, ricostruisce come pure
nell'ultimo bilancio di Visibilia Editore, quello del 2022,
siano rappresentate "gravi irregolarità" nella gestione da parte
dei nuovi amministratori. Si potrebbe allargare, dunque,
l'elenco degli indagati per falso in bilancio, tra cui figurano
Santanchè (non ha più quote o incarichi dal 2022 ed è indagata
anche per bancarotta) e altri cinque, tra cui Dimitri Kunz. I pm
mettono in luce, poi, che Visibilia Editore solo il 30 agosto,
dopo un intervento Consob, ha indicato "l'avvenuto cambiamento
sostanziale del capitale sociale", pur sapendo che era mutato
almeno dal 4 agosto, dal giorno prima della morte di Ruffino,
che con la sua Sif aveva superato il 73%.
Tra i tanti punti toccati anche il fatto che Santanchè si sia
accollata "debiti" nei rapporti tra società della galassia
Visibilia, ma che non le siano "state richieste da parte del
Gruppo garanzie reali né tantomeno fideiussorie". E se i soci di
minoranza hanno chiesto al Tribunale civile l'ispezione sulla
società e il commissariamento, la Procura vuole anche
"l'estensione dell'azione di responsabilità" a carico degli
attuali amministratori. Dopo l'udienza fissata per giovedì la
parola passerà al giudice.
Intanto, su uno dei fronti fallimentari, ossia il caso Ki
Group, società in cui la senatrice aveva in passato una
partecipazione, un esperto nominato dalla Camera di Commercio ha
indicato al giudice che la strada migliore per tutelare i
creditori resta il concordato semplificato, anche se Bioera, che
si è accollata debiti di Ki, è in difficoltà economiche.
Infine, tra i misteri, come il suicidio di Ruffino, su cui si
indaga c'è anche la vicenda dell'avvocato Danilo Guagliani,
indagato per falso e sostituzione di persona, per aver cercato
di acquisire la carta che dimostrava che Santanchè era indagata.
Sarà interrogato a breve e si ragiona su varie ipotesi: dal
tentativo di ricatto alla possibilità che volesse provare a
vendere quel documento.
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