(dell'inviato Michele Giuntini)
Almeno una vittima diretta, tanti
rifugiati sui tetti o ai piani alti, una ventina di sfollati in
una chiesa, l'ospedale allagato, fango ovunque. Decine di
carcasse di auto trascinate via come proiettili resi impazziti
dalla corrente limacciosa. E anche la forte rete di aziende del
distretto tessile che accusa il colpo: Confindustria stima danni
per "molte decine di milioni di euro" e ipotizza il ricorso alla
cig se si stoppa la filiera. Le alluvioni hanno assediato Prato,
hanno colpito intorno alla città. È lo choc di Prato e il
sindaco Matteo Biffoni spiega che "sono caduti 155 millimetri di
pioggia in poche ore, un evento che da quel che sappiamo non
accadeva da almeno due secoli". Prato era pronta all'emergenza,
ha detto il sindaco, "l'allerta arancione era dato e anche
quello giallo" ma, senza voler fare polemica, fa capire che non
è bastato e che la prossima volta il metodo va migliorato.
Intanto invita i concittadini a stare in casa e tenere libere le
strade finchè il meteo resta minaccioso.
Sono centinaia e centinaia gli edifici danneggiati: case,
negozi, botteghe, tante aziende. Saranno censite. I problemi non
sono solo per le aziende allagate, come nelle zone industriali
di Oste, Macrolotto e di Carmignanello, ma anche per quelle
rimaste all'asciutto: se non ricevono dalle altre le lavorazioni
per mandare avanti la propria produzione, si fermano. È la
filiera, spezzettata in tante specialità, filatura, tessitura,
rifinizione, tintoria, roccatura e altre ancora, tutti passaggi
connessi: si blocca uno, non vanno avanti gli altri. Al Comune
si temono conseguenze per i lavoratori e si studiano
contromisure. Confindustria spiega pure che se ci sono danni ai
macchinari o agli impianti, poi è difficile far ripartire
l'azienda per la difficoltà di avere pezzi di ricambio insorta
negli ultimi tempi.
Gli argini sono stati sfondati dai torrenti in piena. Hanno
retto quelli del Bisenzio, l'alveo più ampio, ma in ingresso a
Prato il fiume ha scavalcato le sponde e inondato Santa Lucia,
il quartiere dove fu bambino il calciatore Paolo Rossi. A
Vaiano, isolata, s'è dovuto fermare un treno con 200 persone. A
Montemurlo il torrente Bagnolo, che davanti ha campagna aperta,
è diventato tre volte più grande e si è portato via veicoli,
arredi, cassonetti. Ha fatto anche una vittima diretta,
inondando la casa. Il sindaco Simone Calamai ha chiesto
l'Esercito. Si evacuano i fragili - una bimba col salvavita in
blackout è stata ospitata nel salone della Misericordia -, si
lotta per dare la corrente elettrica dove non c'è. Così per
l'acqua potabile: dai rubinetti esce marrone, è entrata terra e
non va bevuta. Le casse di espansione hanno funzionato, ma non
bastano. Allagamenti a Casale, quartiere sud di Prato, poi la
Piana di Pistoia, sulle colline medicee, dove a Seano c'è stata
la prima esondazione all'ora di cena, sono serviti mezzi anfibi
per arrivare alle case. Analoga ecatombe nella Piana verso
Firenze. Gli elicotteri ispezionano lo stato delle acque e nella
notte hanno fatto spola su Peretola per trasferire i malati
negli ospedali. Su Prato la protezione civile ha distribuito
2.000 pasti a Galceti, dove si lamenta un disperso, Galcetello,
Santa Lucia, Figline. Qui anche i ragazzini spalano con gli
adulti il fango esondato dal torrente Bardena. A Oste il cibo
viene issato dalla strada ai piani alti. Poi nel pomeriggio
ripiove forte, dopo una giornata soleggiata.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA