"Gli impatti della chiusura del
Tunnel del Monte Bianco sull'economia della Valle d'Aosta, del
Nord-Ovest e di conseguenza dell'intero Paese, confermano tutte
le nostre preoccupazioni", sottolinea il vicepresidente di
Confindustria e e presidente del Consiglio delle Rappresentanze
Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale ddi via
dell'Astronomia, Vito Grassi, intervenendo al convegno 'Il
fattore tunnel' a Courmayeur organizzato da Confindustria e
Confindustria Valle d'Aosta.
"Il fattore Tunnel - rileva - non è un problema solo locale ma
va inquadrato in un contesto più ampio: il rischio è che
l'economia italiana sia marginalizzata dalle traiettorie
logistiche europee. Per le imprese del Nord-Ovest, infatti, le
esportazioni verso la Francia rappresentano il 20% del totale
dell'export in Ue. Dato rilevante che non è un'eccezione: anche
per le imprese del Mezzogiorno si ha la stessa percentuale. Ci
sono poi Regioni, come Toscana, Abruzzo e Campania, per cui
l'export verso la Francia ha un peso ancor maggiore della media,
diventando una componente fondamentale delle rispettive bilance
commerciali".
Nel 2022, evidenzia Grassi, "il 21% dei volumi importati
dall'Italia è avvenuto su gomma, mentre per le esportazioni si
arriva al 48%. Se a questi dati aggiungiamo quelli del traffico
su rotaia, arriviamo a più del 50% del valore sia di import che
di export nazionale che, se proveniente o diretto verso il Nord
Europa, passa quasi inevitabilmente attraverso i valichi e i
trafori che attraversano le Alpi".
E aggiunge, "se non possiamo considerare la questione del Tunnel
come regionale dal punto di vista economico non possiamo
leggerla come tale neppure dal punto di vista istituzionale.
L'autonomia può senz'altro rappresentare un'occasione per
rafforzare e valorizzare le specificità dei territori ma siamo
convinti che alcune materie strategiche, poiché creano le
condizioni di base per la competitività e lo sviluppo, debbano
essere gestite a livello nazionale, in connessione con gli
orientamenti europei, per garantire efficienza, ma anche
omogeneità (normativa e amministrativa) e condizioni di partenza
più simili per tutti, a tutela del mercato".
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