Quasi raddoppiate le ore di Cassa
integrazione nel distretto moda di Firenze: "Non c'è da fare
terrorismo" ma è "un campanello d'allarme, occorre un rilancio"
per superare "indenni" questo "momento di incertezza", con il
mercato del lusso in stallo. E' quanto emerso dal convegno 'La
moda è il saper fare - Tutelare il lavoro per il rilancio del
distretto', organizzato da Filctem Cgil Firenze oggi al Castello
dell'Acciaiolo a Scandicci, cittadina che ospita tante imprese
di moda. Tra i presenti il sindaco di Scandicci Sandro Fallani,
l'assessore regionale Leonardo Marras, Valerio Fabiani,
consigliere del presidente della Regione per le crisi aziendali,
esponenti delle imprese del settore e delle associazioni di
rappresentanza del settore.
Nel settore moda a Firenze, è stato spiegato, nel settembre
2022 sono state autorizzate da Inps 38mila ore di Cassa
integrazione, "quest'anno, nello stesso mese, sono state 75mila,
quasi il doppio" e il trend sperimentato dal sindacato "nei
propri uffici quotidianamente è che nei mesi di ottobre e
novembre le richieste di Cassa integrazione sono salite
ulteriormente". Ancora, nella nota congiunturale Irpet di
ottobre 2023 si legge che "la produzione industriale ha fatto
registrare un -3,9% su base tendenziale a livello nazionale, con
la Toscana che ha perso più della media italiana (-5,5%).
Pronunciata nella contrazione la dinamica del manifatturiero
toscano, sul quale ha fortemente inciso la performance del
comparto moda (-9,2% nel secondo trimestre rispetto allo stesso
periodo del 2022)". Ad affievolirsi nel secondo trimestre,
secondo Irpet, "è stata soprattutto la spinta delle
esportazioni". "Particolarmente in sofferenza il comparto moda,
con contrazioni che oscillano tra il -8,8% dell'abbigliamento e
il -24,9% delle calzature", E il settore moda, come evidenziato
dal Monitor distretti Intesa San Paolo, al 30 giugno 2023, in
Toscana è "il comparto più rilevante per valore di
esportazioni": ha realizzato 8,3 miliardi di euro di vendite.
Per la Filctem Cgil "è importate affrontare la situazione in
una logica di distretto, tenendo insieme gli interessi di tutti
gli stakeholder, in collaborazione tra imprese, sindacato e
istituzioni. Non possiamo permetterci di rischiare di perdere
pezzi del tessuto produttivo. Chiediamo alle controparti
datoriali un tavolo per salvaguardare il saper fare e la qualità
produttiva delle filiere, e alle istituzioni una interlocuzione
per sostenere questo sforzo con l'intervento del pubblico per la
tenuta occupazionale e la competitività delle filiere".
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