(di Enrica Piovan)
Sistemata la manovra, che dopo il via
libera del Senato si prepara alla seconda lettura blindata alla
Camera, il governo apre il cantiere Milleproroghe. Il
tradizionale provvedimento di fine anno che allunga i tempi per
norme, versamenti e discipline di ogni genere, è atteso
nell'ultimo consiglio dei ministri dell'anno, giovedì 28
dicembre, insieme a 4 decreti attuativi della delega fiscale,
compreso quello sull'Irpef, rinviato dalla scorsa riunione.
Il lavoro sul Milleproroghe prende le mosse innanzitutto da
quello che è rimasto fuori dalla manovra. A partire dal dossier
Superbonus, non ancora archiviato del tutto. Durante i lavori
sulla legge di bilancio in Senato è spuntata la proposta di un
Sal straordinario senza proroghe né oneri. Ma al Ministero
dell'economia prima di qualunque mossa si attendono le ultime
proiezioni sui costi dell'incentivo, che a novembre aveva già
sfondato i 96 miliardi. Le decisioni dipendono dal "problema di
tenuta dei conti pubblici", chiarisce il ministro Giancarlo
Giorgetti, avvertendo che ogni mese di proroga costa 4,5
miliardi. Ma Forza Italia tiene alto il pressing e assicura che
"ci sarà attenzione" da parte del governo. Per un eventuale
intervento, oltre al Milleproroghe, c'è anche l'ipotesi di un
decreto ad hoc, che a quel punto approderebbe al cdm del 28. Il
provvedimento potrebbe contenere anche una stretta su altre
forme di agevolazioni legate alla casa.
Un altro tema cui si guarda per il Milleproroghe è quello
delle pensioni. Sul tavolo c'è ancora l'ipotesi, spuntata
durante le correzioni alla manovra in Senato ma su cui poi il
governo ha fatto dietrofront, di alzare ulteriormente la soglia
di vecchiaia per i medici, portandola a 72 anni (dai 70 previsti
in legge di bilancio). La misura sarebbe ancora in valutazione
per il milleproroghe o per altri provvedimenti. C'è poi il tema
dello smart working: con il decreto anticipi il lavoro agile è
stato prorogato, fino al 31 marzo, ma solo nel settore privato,
sia per i fragili che per i genitori di under14. Resta invece il
nodo del pubblico, dove lo smart working attualmente è
consentito (fino al 31 dicembre) solo ai lavoratori fragili: ma
si tratta di un intervento oneroso e appare al momento
difficile. E mentre i dehors hanno già ottenuto un altro anno di
proroga con il ddl concorrenza, si moltiplicano gli appelli per
rinviare scadenze imminenti: i consumatori chiedono di
posticipare la fine del mercato tutelato del gas (che terminerà
il 10 gennaio) sulla scia di quanto fatto per quello
dell'elettricità; mentre da più parti arriva la richiesta di
prorogare le graduatorie degli idonei ai concorsi pubblici.
Sul tavolo del cdm di giovedì ci sarà anche un ricco
pacchetto fiscale. A partire dal decreto per l'attuazione del
primo modulo della riforma dell'Irpef, rinviato dalla scorsa
riunione per consentire un coordinamento con la manovra: il
decreto deve ricevere dal cdm il via libera definitivo, con cui
potrà partire da gennaio il nuovo sistema a tre scaglioni. In
arrivo, come promesso dal viceministro dell'Economia Maurizio
Leo, a dimostrazione del fatto che la riforma fiscale "prosegue
a ritmi serrati", anche altri tre decreti delegati: quelli sul
contenzioso e sull'adempimento collaborativo, cui manca l'ok
definitivo, e quello sullo Statuto del contribuente che arriva
per l'esame preliminare.
Intanto la manovra ha iniziato l'esame alla Camera, dove è
atteso venerdì 29 dicembre il voto finale. La commissione
Bilancio si è riunita in mattinata per svolgere la discussione
generale: una ventina i deputati che hanno partecipato, 6
presenti e il resto da remoto, compresi relatori e governo. Si
riprende dopo le feste, mercoledì 27 per votare gli emendamenti.
Sul tavolo ci sono circa mille proposte di modifica, tutte delle
opposizioni. La commissione dovrà fare i salti mortali: il
giorno successivo il testo è atteso in Aula.
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