La gestione sostenibile dell'acqua è
anche "una questione di competitività: l'Italia è il terzo Paese
europeo per disponibilità di risorse idriche, ma stiamo
assistendo a una progressiva diminuzione della quantità media
annuale d'acqua. Nel 2022, la disponibilità media è stata appena
oltre i 221 mm, segnando una diminuzione di oltre il 51%
rispetto alla media registrata nel periodo 1951-2022 e
raggiungendo, così, il punto più basso di sempre". E' quanto
sottolinea il documento di Confindustria "Dall'emergenza
all'efficienza idrica", presentato dal vicepresidente Vito
Grassi, il cui l'obiettivo è definire un modello di gestione
sostenibile del servizio idrico, da un punto di vista sociale,
ambientale ed economico, "al fine di garantire una fornitura
d'acqua sicura e affidabile al sistema Paese".
Elaborato da Confindustria con il supporto del sistema
associativo, il
documento contiene 5 proposte su azioni di policy, dal
contenimento della dispersione idrica agli investimenti fino al
riuso, che puntano a rendere il settore più efficiente.
Quanto agli investimenti si è "ancora lontani dal livello
necessario": nel documento si indica infatti che, per
raggiungere la media europea di investimenti pro capite nel
servizio idrico integrato, sarebbero necessari ulteriori 1,3
miliardi di euro l'anno, di cui solo una quota parte è prevista
nei fondi Pnrr (circa 580 milioni di euro all'anno per il
periodo 2021-2026).
L'industria, si sottolinea inoltre, ha un consumo di oltre 8
miliardi di metri cubi ogni anno (il 20% del totale), un valore
elevato ma comunque diminuito di oltre la metà negli ultimi 20
anni.
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