"Bene l'avvio di un
confronto, ma questo sarebbe dovuto iniziare molti mesi fa
considerato, come nuovamente emerso oggi nel corso del consiglio
comunale aperto, che i primi contatti con il comune per la
realizzazione dell'impianto Edison alla Zipa di Jesi (Ancona)
per il trattamento dei rifiuti e la bonifica di terreni
contaminati, risalgono ad oltre un anno fa".
Queste le dichiarazioni del presidente e del responsabile
dell'Area territoriale Confartigianato Imprese Ancona - Pesaro e
Urbino, rispettivamente Cristina Brunori e Marta Vescovi, che
auspicano ora che venga aperto un tavolo "su cui portare avanti
un confronto puntuale e trasparente con tutte le parti
interessate".
Secondo i vertici dell'associazione di categoria "è
necessario valutare l'impatto e i rischi eventuali tenendo in
considerazione la vicinanza con altre attività, uffici, una
mensa, una scuola, e le ripercussioni sulle imprese esistenti.
Bisogna recuperare il dialogo che è mancato, valutare altri siti
più idonei e avere una visione a lungo termine sulle conseguenze
di un insediamento come quello progettato", concludono.
Medesima richiesta giunge dalla Cna. Per il presidente
provinciale Maurizio Paradisi, "Jesi non dovrebbe trasformarsi
unicamente in un polo logistico o in una destinazione per
progetti ambiziosi". Mentre Massimiliano Santini, direttore
provinciale Cna, ha evidenziato che mancano ancora certezze
sull'impatto dell'impianto sulla salute pubblica. "Prima di
qualsiasi autorizzazione, è fondamentale valutare l'impatto
sociale sulla salute pubblica, seguito dall'analisi delle
opportunità economiche sia a breve che a lungo termine". Questo
perché "il territorio non può essere oggetto di interventi
imprenditoriali imposti dall'alto, disarticolati tra loro e con
impatti discutibili, poiché le conseguenze ricadrebbero sulla
popolazione locale".
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