(di Igor Greganti e Francesca Brunati)
La proposta di patteggiamento di
una delle società imputate, la richiesta della difesa della
ministra del Turismo di spostare il procedimento a Roma e
l'ingresso come parte civile dell'Inps per il riconoscimento
degli eventuali danni subiti. Sono le tre novità emerse
dall'udienza preliminare a carico, tra gli altri, di Daniela
Santanchè, iniziata davanti alla gup di Milano Tiziana Gueli,
con al centro l'accusa di truffa aggravata ai danni dell'ente
previdenziale per presunte irregolarità sulla cassa integrazione
in deroga nel periodo Covid.
Secondo i pm Marina Gravina e Luigi Luzi, la senatrice di
Fratelli d'Italia, il compagno Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe
Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del
personale di Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria -
società del gruppo fondato dalla ministra e dal quale è uscita
nel 2022 - sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e
ottenuto "indebitamente" la cassa integrazione "a sostegno delle
imprese colpite dagli effetti" della pandemia per 13 dipendenti,
per oltre 126mila euro e per un totale di più di 20mila ore. A
Santanchè, così come agli altri due, viene addebitato di aver
"dichiarato falsamente" che quei dipendenti fossero in cassa "a
zero ore", quando invece svolgevano le "proprie mansioni" in
"smart working".
"Vi sembro preoccupata? Sono ottimista", ha risposto ai
cronisti la ministra, oggi impegnata nell'inaugurazione della
fiera del Turismo di Rimini e che a fine novembre dovrebbe
conoscere anche l'esito dell'altra udienza preliminare in corso,
quella che la vede accusata, assieme ad altri 19, tra cui tre
società, di false comunicazioni sociali sempre su Visibilia.
La giudice oggi, nell'udienza durata poco più di un'ora, ha
ammesso l'Inps, con l'avvocato Aldo Tagliente, come parte
civile. L'istituto chiede di quantificare in via equitativa i
danni subiti, quelli patrimoniali sui soldi versati (gli oltre
126mila euro) per la cassa in deroga mentre i dipendenti
lavoravano, quelli non patrimoniali da "disservizio causato" e
quelli non patrimoniali di immagine. Sempre la giudice ha
respinto istanze difensive sulla retrodatazione delle iscrizioni
nel registro degli indagati.
Poi, la difesa di Santanchè, col legale Nicolò Pelanda, ha
chiesto che il procedimento passi a Roma, sede dell'ente
pensionistico, e la giudice il 23 ottobre potrà decidere di
accogliere o respingere l'istanza oppure di rimettere la
questione di competenza territoriale davanti alla Cassazione. La
stessa difesa nell'eccezione sollevata ha chiesto di
riqualificare la truffa aggravata in "indebita percezione di
erogazioni pubbliche".
Nel frattempo, Visibilia Editore spa, imputata con Visibilia
Concessionaria, ha chiesto, assistita dall'avvocato Maurizio
Riverditi e col via libera dei pm, di patteggiare. Un'istanza
del tutto autonoma dalla posizione di Santanchè. Alla spa, in
particolare, veniva contestata la cig su sette dipendenti per un
totale di circa 36.600 euro, mentre a Concessionaria viene
contestata la cassa su sei dipendenti per quasi 90mila euro.
La spa, che è in amministrazione giudiziaria su disposizione
nei mesi scorsi del Tribunale civile, ha proposto di sanare
(versamenti già in corso) i verbali di accertamenti e se il gup
darà l'ok al patteggiamento non scatteranno interdizioni né
confische. Di recente, tra l'altro, nel piano di risanamento è
stato approvato un aumento di capitale da circa 6,2 milioni di
euro, di cui 4,5 milioni riservati ad Athena Pubblicità, che ha
tra i soci la ministra e la sua Immobiliare Dani.
Anche Concessionaria, nel frattempo, ha preannunciato che
sanerà i verbali contestati. Il tutto mentre i pm milanesi
stanno da tempo indagando anche sulle società, sempre create
dalla senatrice e che poi ha lasciato, del settore bio-food. In
particolare, su Ki Group srl, che è fallita a gennaio, in questo
caso si profilano ipotesi di bancarotta.
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