(di Riccardo Rimondi)
Una Biennale per candidare la
cooperazione italiana "ed essere, con la sua energia, la sua
storia e i suoi valori, una delle leve del cambiamento e del
progresso del Paese, come abbiamo saputo fare nella nostra
storia". Simone Gamberini, presidente di Legacoop, parla a
Bologna, a Palazzo Re Enzo, nel Salone del Podestà che vide nel
1946 la rinascita dell'organizzazione dopo vent'anni di buio
dovuto al regime fascista. L'occasione è la due giorni
organizzata dalla più importante organizzazione cooperativa
italiana, che riunisce quelle che una volta erano le coop rosse,
per ragionare sul 'futuro plurale' come da titolo della
manifestazione.
In prima fila, ad ascoltarlo, il presidente della Repubblica
Sergio Mattarella. In sala istituzioni locali, rappresentanti
sindacali e imprenditori. La Biennale è tornata a radunare i
cooperatori dopo sei anni di stop dovuti al Covid. Nel frattempo
il mondo è cambiato tra pandemia e guerre, mentre
l'Emilia-Romagna è stata squassata dalle alluvioni che hanno
ricordato come fino a non molto tempo fa questa fosse terra di
bonifica: un concetto ben chiaro agli eredi di quelle
cooperative di braccianti che alzarono gli argini per sottrarre
terra alle paludi ed emancipare uno dei territori più poveri
della penisola.
E così gli anni delle origini tornano attuali: "Oggi, dopo
due secoli, ancora una volta la nostra terra non può fare a meno
di nuove e imponenti opere pubbliche per continuare a dare alla
nostra gente la possibilità di continuare a vivere e lavorare",
ammonisce Fabrizio Galavotti, presidente di Cab Terra, che
allagò i campi della cooperativa per salvare Ravenna in
occasione dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023. Uno dei tre
cooperatori invitati a parlare all'evento inaugurale, insieme a
Maurizio Faro (Geotrans) e Daniela Mori (Unicoop Firenze). Un
concetto raccolto e ribadito da più parti, a partire da chi di
quella decisione drastica beneficiò: il sindaco di Ravenna
Michele de Pascale, oggi candidato di centrosinistra alla
presidenza dell'Emilia-Romagna. "I nonni dei braccianti di oggi,
il mio bisnonno era uno di quelli, gli argini li facevano con
delle carriole di legno legate alla schiena, quello era il loro
strumento per fare le opere. Ecco, oggi abbiamo a disposizione
mezzi, strumenti, capacità tecniche, ingegneria e non abbiamo
nessuna scusa per non essere all'altezza di quella storia".
Dal palco Gamberini auspica "che si avvii la massima
collaborazione tra pubblico e privato, tra mondo istituzionale e
dell'impresa, per rispondere alle prime istanze e ai progetti a
lungo termine di cui questo territorio ha sempre più bisogno".
La Biennale però parla al Paese, quindi non mancano i
riferimenti all'attualità nazionale a partire dalla legge di
bilancio: "Nella manovra economica e nel piano strutturale di
bilancio ci sembra ci sia la volontà di ragionare sul breve
periodo, cercando giustamente di far recuperare una parte del
potere di acquisto ai lavoratori ma non c'è una visione che
pensa a come trasportare il sistema economico italiano in
un'altra fase", nota Gamberini. Poi, nel pomeriggio, spazio ai
rappresentanti del mondo cooperativo, della politica e
dell'imprenditoria: sul palco, tra gli altri, l'ex premier
Enrico Letta, (il commissario europeo Paolo Gentiloni ha mandato
un videomessaggio così come il ministro delle imprese e made in
Italy Adolfo Urso), la presidente della Sardegna Alessandra
Todde, il vicepresidente di Confindustria Maurizio Marchesini e
il segretario della Cgil Maurizio Landini.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA