"La riapertura dei termini del
Concordato Preventivo Biennale al 12 dicembre, varata dal
Consiglio dei Ministri, è l'ennesima dimostrazione del
fallimento di tale strumento, che è stato incapace di
raggiungere l'obiettivo di 2,5 miliardi di gettito
originariamente previsto. Tale somma sarebbe stata finalizzata
alla riduzione di due punti dell'aliquota del secondo scaglione
Irpef ma, ormai, il dado è tratto". Lo afferma in un comunicato
il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle e
Coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa.
"E mentre il Governo Meloni prosegue con una politica basata
su sanatorie, proroghe e condoni, senza alcuna capacità di reale
contrasto all'evasione fiscale - aggiunge - il sistema resta
insostenibile e lontano da un'idea di semplificazione, così come
dimostrato dal calendario pieno zeppo di scadenze e adempimenti.
L'ultimo intervento sul concordato, in particolare, crea una
situazione paradossale, poiché rende la misura - almeno per il
2024 - sempre più consuntiva e meno preventiva. Per questo
motivo, al concordato aderirà sempre e comunque chi può trarne
convenienza economica, alla faccia dei contribuenti onesti e
corretti". "La riapertura dei termini, poi, è riservata
esclusivamente a coloro che hanno già presentato la
dichiarazione dei redditi al 31 ottobre scorso, quindi non
inciderebbe sugli obiettivi di gettito. Ma questa è una
discriminazione bella e buona ai danni dei contribuenti che
hanno trasmesso o trasmetteranno tardivamente la dichiarazione
dei redditi e che possono regolarizzarla legittimamente entro 90
giorni dalla scadenza prevista. Almeno per il 2024, rammentiamo
che l'adesione al concordato è parte integrante della
dichiarazione fiscale e, pertanto, non può essere effettuata in
forma autonoma e separata: un errore che il Governo sarà
costretto a correggere", conclude il parlamentare.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA