Nel 2024 il tessuto artigiano
piemontese ha registrato una contrazione in
termini di nati-mortalità. Sono nate 7.575 imprese, 388 in meno
rispetto al 2023, mentre 8.153 hanno cessato l'attività, 171 in
più dell'anno precedente. Il saldo tra i due flussi appare,
così, negativo per 578 unità, dinamica che porta a 113.835 lo
stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine
dicembre 2024 presso il Registro imprese delle Camere di
commercio
piemontesi. La sintesi tra il tasso di natalità, pari al 6,6% e
quello di mortalità, pari al 7,1% si traduce così in un tasso di
crescita negativo, pari a -0,5%. La dinamica registrata dal
tessuto artigiano locale appare peggiore sia rispetto a quella
messa a segno dal sistema imprenditoriale piemontese nel suo
complesso (-0,1%), sia rispetto a quella registrata
dall'artigianato a livello nazionale (-0,1%). Smettono di
correre le imprese del settore edile e crollano quelle
industriali, in positivo solo l'agricoltura e le società di
capitale.
"Il Piemonte registra una diminuzione delle imprese
artigiane nel 2024, con un saldo negativo. Diversi fattori
possono aver contribuito a questa contrazione, tra cui la
difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese, la
burocrazia complessa e la carenza di competenze specializzate.
Nonostante le difficoltà, l'artigianato rimane un settore
cruciale per l'economia piemontese, concorrendo all'occupazione
e all'innovazione. Per questo motivo occorre, come sistema
Piemonte, sostenere il settore con politiche mirate e
lungimiranti" spiega Gian Paolo Coscia, presidente di
Unioncamere Piemonte.
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